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16 marzo: Non una data qualunque!

venerdì 11 marzo 2011, di paparente


L’errore più grossolano dei nostri tempi è quello di studiare in maniera non approfondita la nostra storia (anche quella più tragica) e di dimenticare chi per il vivere democratico di un popolo ha perso la vita.

Il 16 marzo 1978 veniva rapito ( e poi ucciso il 9 maggio dello stesso anno): Aldo Moro.

Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978) fu un politico italiano, cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana.

Quello che voglio ricordare non è il Moro politico (la storia parla per lui) ma il Moro uomo.
Moro era un uomo di indubbie qualità morali con un senso dello Stato ed una dignità e semplicità al di fuori del normale e tutto ciò emerge con una luce quasi divina nelle lettere che scrive alla sua famiglia durante la prigionia.
Riporto alcuni passi delle sue lettere alla moglie Noretta (Eleonora):

Puoi comprendere come mi manchiate tutti e come passi ore ed ore ad immaginarvi, a ritrovarvi, ad accarezzarvi. Spero che anche voi mi ricordiate, ma senza farne un dramma. E’ la prima volta dopo trentatré anni che passiamo Pasqua disuniti e giorni dopo il trentatreesimo di matrimonio sarà senza incontro tra noi. Ricordo la chiesetta di Montemarciano ed il semplice ricevimento con gli amici contadini. Ma quando si rompe così il ritmo delle cose, esse, nella loro semplicità, risplendono come oro nel mondo.

ed ancora:

Tu curati e cerca di essere più tranquilla che puoi. Ci rivedremo. Ci ritroveremo. Ci riameremo. Ho scritto a tutti per Luca, perché siano impegnati per lui. A te debbo dire grazie, infinite grazie, per tutto l’amore che mi hai dato. Amore un po’ geloso che mi faceva innervosire, quando ti vedevo sprofondata in un libro. Ma amore autentico che resterà. Io pregherò per te e tu per me.

Moro muore perché, alla stregua di altre persone che hanno perso la vita per servire lo Stato, viene lasciato solo (Si muore perché si è fondamentalmente soli - Giovanni Falcone).

Siamo troppo bravi a fare convegni, riunioni, a scrivere libri ecc. su uomini morti per mano della camorra, della mafia, dei terroristi ecc. perché ci viene facile puntare il dito quando vi è un colpevole certo che non siamo noi!
Affinchè non vi siano altre vittime innocenti è indispensabile il risveglio della società civile che comincia con l’avere l’amore per famiglia che aveva Moro.

Non basta parlare per avere la coscienza a posto: noi abbiamo un limite, noi siamo dei politici e la cosa più appropriata e garantita che noi possiamo fare è di lasciare libero corso alla giustizia, è fare in modo che un giudice, finalmente un vero giudice, possa emettere il suo verdetto. (Aldo Moro)

paparente

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