Vorrei prima di tutto scusarmi di aver disturbato la platea e il relatore, in quanto arrivati, mio marito ed io, in ritardo a conferenza già iniziata. Ho notato subito l’attenzione dei partecipanti che non è mai calata e la giovane età del professore che ha illustrato brillantemente il canto XXVI dell’Inferno di Dante. Mi rammarico di non aver saputo elaborare per tempo un mio intervento anche su invito del coordinatore dell’Associazione Tre Grazie, prof. Petrella. Infatti, sono “stata salvata” in calcio d’angolo dall’intervento di mio marito, che ha posto una domanda assai interessante e in particolare ha chiesto l’eventuale collocazione di Galileo Galilei, se quest’ultimo fosse stato antecedente o contemporaneo di Dante, nei gironi della Divina Commedia.
Il prof. Troiano è stato sapiente nel creare un simpatico dibattito tra gli uditori. Inferno, Purgatorio? Ai posteri l’ardua sentenza. Purtroppo il tempo non potrà far conoscere l’interpretazione autentica di Dante per la collocazione storica di Galileo Galilei e di Dante stesso. Noi contemporanei siamo avvantaggiati da una valutazione postuma.
Confesso che la Divina Commedia non mi fu mai spiegata al liceo con la dovuta perizia, per quello che so, devo e voglio ringraziare la mia professoressa delle medie.
Ricordo, infatti, che mi arrabbiai con Dante perché aveva collocato Ulisse all’Inferno e non ne capii il perché. Stanotte, nel ripercorrere mentalmente le mie attuali conoscenze, ho ritenuto paragonare Ulisse ad un “uomo moderno” che ha spezzato i fili creati da dèi imperfetti e che pertanto ha agito come uomo dotato di libero arbitrio. Solo la sua estrema intelligenza poteva spingere l’uomo Ulisse nel suo viaggio. La sfida agli dèi imperfetti è continua, Ulisse ha vinto.
Ha affrontato in prima persona il canto delle sirene, preservando i propri compagni di viaggio.
Queste sirene bistrattate dalla mono-cultura moderna e plagiate dal mito celtico che, a mano a mano, si trasformavano da donne-uccello a esseri metà donne e metà pesce.
Certamente egli è stato empio nel rubare la statua di Pallade con le mani sporche del sangue dei troiani ma, nonostante tutto, ritorna a casa da eroe, premiato anche dalla fedeltà di Penelope.
A mio avviso, tutto ciò rappresenta un’ulteriore sconfitta degli dèi imperfetti.
Mi sono immaginata il bacio tra Ulisse e Penelope come quello di Klimt, il trionfo dell’eroe. Ritengo dire, anche provocatoriamente, che Ulisse forse ha rappresentato “il primo protestante della storia”.
Mi domando: - Perché Dante abbia voluto che lo stesso Virgilio si rivolgesse ad Ulisse? Forse perché Dante non conosceva il greco? –
A mio avviso, in un contesto universale quale quello della Commedia, questa è un’argomentazione troppo leggera.
Non esiste forse un “conflitto di interessi” tra Virgilio ed Ulisse?
A mio avviso sì! Enea non è forse il troiano che scappa perché ha una missione da compiere? Quella di essere, se stesso, la scintilla per la fondazione di Roma?
È un bene fondare Roma per il volere degli dèi imperfetti e successivamente per il Dio dei cristiani?
Grazie all’osservazione del coordinatore dell’Associazione Tre Grazie, prof. Petrella, Ulisse è Dante medesimo che compie un’autocritica ponendosi egli stesso nell’Inferno. Non poteva essere altrimenti in quanto “ghibellin fuggiasco” così come fu definito dal Foscolo.
Posso affermare che Dante è stato “il secondo protestante della storia?”.
Ringrazio il prof. Troiano che mi ha permesso all’età di quarantatré anni di trovare in me stessa un filo conduttore storico da sempre esistente ma volutamente ignorato dalla mancata coscienza storica della gente (ci perdoni Benedetto Croce).
Ringrazio inoltre l’Associazione Tre Grazie che ha dato spunto ad una coscienza critica che, delle volte, è assopita nel tempo.
Ringrazio mio marito per il proficuo dialogo giornaliero.
Ringrazio anche tutti gli intervenuti alla “Lectura Dantis” perché trovarsi di fronte ad una platea attenta e numerosa, fa bene al cuore ed alla mente. Ringrazio per ultimo, ma non perché di minor importanza, mio padre che mi ha donato gli strumenti necessari affinché io diventassi la donna che sono oggi.
Forse “l’armonia non è ancora completamente perduta”.
panda66
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