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A fine ‘800 poco mancò che la direttissima Napoli-Roma passasse per Grazzanise

giovedì 17 novembre 2022, di redazione


Dopo l’unità d’Italia si era presentata la necessità di collegare le due città, sia per incrementare i traffici sia per motivi militari. E fin da subito, parliamo del 1871, si erano prospettate varie ipotesi sfociate in progetti più o meno realizzabili, legati soprattutto alla morfologia del territorio e alle accennate ragioni militari oltre che agli interessi delle zone interessate.
Due concezioni si scontrarono nel corso degli anni: o rettificare la linea interna esistente (primo studio affidato all’ing. Fabris) o costruire una linea nuova litoranea (proposta dell’ing. Danise) che da Napoli giungesse ad Aversa e da lì a Mondragone, Terracina, … Questo secondo tracciato era oggetto di due critiche principali: quella di attraversare zone paludose e quella di essere esposta ad attacchi nemici dal mare.
Il 13 giugno 1873 la Camera votò un ordine del giorno dell’on. Bresciamella che invitava il Ministero a studiare la questione del collegamento Roma-Napoli. Tuttavia al voto non seguirono fatti concreti. Passarono sei anni allorquando ancora la Camera, nel 1879, votò un altro odg col quale si proponeva la costruzione della linea litoranea.
Ma il dibattito tra chi era favorevole alla litoranea e chi alla linea interna continuò senza giungere a una conclusione. L’ing. Cottrau produsse uno studio col quale dimostrava la convenienza di rettificare la linea interna mentre all’ing. Palozzi fu affidato il compito di redigere un progetto di litoranea che metteva un po’ d’accordo le due concezioni, nel senso che rettificava la linea interna da Napoli ad Aversa, proseguendo per Grazzanise, Ciamprisco e arrivando a Minturno, Terracina, ecc.

Trascorsero altri tre anni e il 28 giugno 1882 alla Camera fu presentato un progetto di legge per la costruzione della linea diretta Roma-Napoli ma senza stanziare i fondi necessari. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici suggerì di studiare alcune varianti tra cui quella di avvicinarsi ai centri di Sessa A.-Carinola-Grazzanise.
La Società delle Strade Ferrate Meridionali, che aveva la duplice esigenza di procurarsi lo sbocco nella capitale e la proroga dell’utilizzo delle sue linee, presentò un progetto sottocosto al governo (Napoli-Aversa-Cancello-Mondragone…) respinto dal Consiglio Sup. LL.PP. e dal Ministero della Guerra. Intanto, nella tornata del 12 giugno 1882 era stata presentata alla Camera una istanza del Comune di Francolise: “II municipio di Francolise, provincia di Terra di Lavoro, rivolge vive istanze al Parlamento perché voglia deliberare la costruzione della linea ferroviaria interna Roma-Napoli per Gaeta, Sessa, Carinola, Sant’Andrea del Pizzone, Grazzanise ed Aversa”.
Il già citato Consiglio Sup. LL. PP. approvava nel 1883 il progetto della commissione Schioppa-Foderà-Goiron che puntava sul tracciato Napoli-Aversa-Grazzanise-Sparanise-Carinola-Minturno-Terracina… Era prevista una spesa di 90 milioni. Nell’ottobre dello stesso anno il Direttore Generale delle Ferrovie Romane presentò una memoria nella quale si dichiarava la convenienza della linea interna previa rettifica di alcune tratte fra cui quella da Sparanise a Napoli.
Il 15 dicembre 1883 il Consiglio Sup. LL. PP. espresse il voto che in caso di costruzione di una nuova linea fra Napoli e Roma si preferisse il tracciato per Aversa-Grazzanise-Sparanise-Terracina… Il Consiglio accludeva una relazione in cui erano riassunti i vantaggi della linea interna così sintetizzati: • attraversamento di terreni stabili e salubri
• attraversarsamento di contrade più popolate
• ferrovia soddisfacente per i trasporti militari
• notevole economia sui lavori
• grande convenienza di iniziare entro un anno i lavori delle due tratte Napoli-Sparanise e Segni-Roma.
Il Ministero optò per la linea interna rettificata e ne ordinò la costruzione all’inizio del 1887. Tuttavia, subito dopo, la Camera votò una sospensione e alla fine il progetto Napoli-Casalnuovo-Capua-Pignataro ebbe il sopravvento e tornò in auge anche la linea litoranea, ma considerata economica e sussidiaria alla linea interna.

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Materiali:

- Camera dei Deputati: Legisl. XIV — 1a Sessione — Discussioni — Tornata del 12 Giugno 1882
- Giornale del lavori pubblici e delle strade ferrate – Monitore della Società degli ingegneri e degli architetti italiani, Anno XV, 1888, 23 Maggio N. 21 e 6 Giugno N. 23
- Bollettino del Collegio degli ingegneri ed architetti in Napoli, Vol. VI. Giugno-Luglio 1888 N.6-7
- Annali della Società degli ingegneri e degli architetti italiani - Bullettino Anno IX - N. 48, Roma , 1° dicembre 1901.
- Il Politecnico, Giornale dell’ ingegnere architetto civile ed industriale. Anno XXXII, 1884

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