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Le polemiche per il ddl sull’editoria

I commenti esteri

venerdì 26 ottobre 2007, di redazione

La recente presentazione del disegno di legge sull’editoria è stata accompagnata da un fiume di polemiche, soprattutto da parte dei blogger, cioè quella sterminata schiera di creatori e curatori di blog e siti informativi di cui pullula la Rete.
Le polemiche hanno coinvolto tantissime. Il massimo interprete delle proteste che hanno causato una parziale correzione di rotta da parte del governo è stato Beppe Grillo che ha dato voce sul blog personale a quanti hanno espresso contrarietà a un provvedimento ritenuto restrittivo della libertà di espressione.

Ma i commenti e le proteste sono numerosi anche all’estero. Lo stesso Grillo fa riferimento a un articolo del Times sull’argomento, dal titolo “Attacco geriatrico ai blogger”.
Un giro per la rete permette di trovare altro materiale, ovviamente tutto dello stesso tenore.

Vi presentiamo quello che abbiamo trovato in Spagna e in Francia.
Il giornale El Pais, nell’edizione on-line del 26 Ottobre, titola: “L’Italia fa marcia indietro sulla legge di controllo dei blogger”.
E aggiunge: “Il sottosegretario alla presidenza ha annunciato la inclusione di un articolo che libererebbe i blog dall’obbligo di registrarsi come imprese editoriali.
Giorni tempestosi quelli che scorrono in Italia dopo il progetto di legge del Governo per controllare i contenuti che si pubblicano nei mezzi di comunicazione.
Nel corso degli ultimi giorni la proposta di controllare i blogger ha causato malumori nella Rete e nell’opinione pubblica. L’idea iniziale del Governo Italiano era che i blogger dovessero registrarsi come imprese editoriali e pagare imposte e dovessero essere sottomessi alla figura del giornalista responsabile.
I blog, le pagine personali in cui gli internauti esprimono liberamente le loro opinioni si stanno trasformando in un rompicapo per le autorità per gli insulti e gli attacchi al sistema che i partecipanti lasciano anonimamente.
Il sottosegretario del presidente italiano Romano Prodi, Riccardo Franco Levi, ha presentato un progetto di legge che intende controllare tutto quello che si pubblica nei blog del paese, secondo quanto ha pubblicato il giornale La Repubblica. In Spagna non esiste [una simile legge…]

Già ieri il giornale, a firma di David Corral, aveva titolato: “L’Italia predispone delle bambinaie ai propri blogger”.
Nel corpo dell’articolo venivano riportate le parole del sottosegretario Levi: “Sarà l’Autorità delle Comunicazioni a indicare attraverso dei regolamenti quali persone e quali imprese devono registrarsi”.
L’articolo così proseguiva:”Dalla blogosfera italiana ci sono state già delle prese di posizione, una delle persone illustri del paese transalpino come Beppe Grillo ha già manifestato le sue intenzioni: Non chiuderò e se mi obbligano a farlo, porterò il contenuto su un server di un paese democratico”.

Non solo i giornali riportano i fatti ma i commenti degli internauti spagnoli a questo riguardo si sprecano.
Dice Gustavo Gonzalez: “La libertà di espressione risulta sempre scomoda per i governanti perché li denuda davanti all’opinione pubblica, gli dice ciò che pensa la gente senza guardare se sia corretto o no nell’ottica dei suoi interessi politici, segnala quello che va bene, ma soprattutto quello che non funziona nella società”.

Aggiunge Markus : “Quello che sta accadendo in Italia non è un caso isolato. Poco a poco si stanno creando delle leggi (Austria e Germania) affinché tutta l’informazione scomoda possa essere censurata e perseguita

Spostandoci in Francia ci imbattiamo nel sito Rue 89, in cui troviamo l’articolo “Prodi rinuncia a controllare la blogosfera italiana”.
François Laforgue scrive: “Bisogna regolamentare i blog? Per aver risposto affermativamente il governo di Romano Prodi è soggetto da venerdì a una legittima alzata di scudi da parte dei blogger italiani. […] In assenza di una chiara definizione del termine “attività editoriale”, i blogger hanno visto nel progetto di legge il rischio di essere sottoposti ad autorizzazione. Inquietudine moltiplicata quando la notizia del progetto di regolamentazione è atterrata sul blog più popolare del paese, quello del comico Beppe Grillo.[…]
Di fronte alla pressione generale, questo collaboratore di Prodi [il sottosegretario Levi, n.d.r.] ha dovuto fare marcia indietro
”.

Tutto questo mentre l’Italia, come afferma lo stesso sito Rue 89, è il fanalino di coda nella larga banda. “Nella Penisola, il 14,5% della popolazione ha accesso alla larga banda (dati 2006), contro il 20,4% dei Francesi, il 28,1% dei Tedeschi e il 22,9% dei Britannici

franco tessitore

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