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sabato 30 gennaio 2010, di Giuseppe Tallino
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Il dialogo? Non un dono da elargire ai gentili, ma un diritto che deve essere offerto a chi è disposto a crescere con il confronto.
Auspicabile se la nuova generazione votasse in modo maturo, cosciente e autonomo, eppure tastando con mano l’ambiente civile si scorge semplicemente un fortissimo regresso politico.
L’attuale sindaco a quanto pare è riuscito a convincere anche i dissidenti, eccetto il camaleontico verde Clemente Carlino e l’ex An Perillo (forse in procinto di presentare una lista Brezza). Ha riunito tutti in nome del nuovo candidato, Pietro Parente. Un giovane che sinceramente potrebbe meritare, a prescindere dalla sua gens, questo ruolo molto più di altri che si affannano ad arrampicarsi sulla poltrona, privi di capacità ed emancipazione. Se non si rivelerà un bluff sarà una scelta coraggiosa ma allo stesso tempo sfrontata.
Coraggiosa perché il Dott. Enrico pone a capo di un’amministrazione un ragazzo capace dal punto di visto accademico ma privo di militanza partitica.
Sfrontata perché è il figlio. E’ il ponte pericolante che lega il nuovo al vecchio. Facendo uno sforzo e non considerando l’innegabile continuità sanguigna, che potrebbe essere oscurata (in caso di vittoria) da un suo futuro operato buono, potrebbe rivelarsi un primo cittadino discreto se riuscisse ad assicurarsi autonomia amministrativa dall’imponente figura paterna.
Sull’altro fronte: la scossa. Se poco tempo fa si assisteva solo al chiacchiericcio di poche signorine che litigavano per avere più inquadrature, adesso invece pare che lo spirito santo sia sceso sulle loro teste offrendo l’imperversa soluzione: Federico Conte. Un personaggio nuovo ma non inesperto, emancipato, propositivo a condurre la virata definitiva dal precedente sistema feudale.
Detto molto schiettamente: il giusto avversario da contrapporre all’ereditiere Pietro Parente.
Tramontato il sogno della lista partitica pare ufficiale che il Pdl negli ultimi giorni ha cambiato coordinatore puntando sulla figura di un altro ex alleanzino Enrico Caianiello (inizialmente era stato scelto Antonio Raimondo) sosterrà con vigore una civica rappresentata proprio dall’ingegnere Conte.
Se non dovessero presentarsi altri colpi di scena, gruppo An, Marcelliani, ex Liberazione Democratica ed Alessio Cantiello si ritroveranno a marzo fraternamente a combattere per le amministrative.
Non lo si esterna ufficialmente ma per completare il quadro si percepisce il desiderio di ricevere un’altra adesione al progetto Conte: quella di Raffaele Pezzera.
Analizzati questi due blocchi restano ancora due pedine politiche: Giuseppe Raimondo, che ha già avviato il progetto Grazzanise Libera, munito dell’appoggio (forse blando?) di Paolo Parente, e Domenico D’Elena, con i suoi Campi Stellati, depredati dal ritiro della candidatura di Mezzero. Come agiranno? Consci della loro non eccessiva sostanzialità numerica chiederanno ospitalità? Continueranno imperterriti nel loro coraggioso percorso o deciderano di rinunciare alla corsa elettorale?
Altro scoglio da superare è rappresentato dalle provinciali. Se il socialista Raimondo pare convinto di continuare a gareggiare su entrambi i fronti, nel centro destra tutto tace causa la scelta di non decidere delle alte sfere PDL.
A quanto pare il tepore che si respirava fino a qualche settima fa sta lentamente lasciando spazio alla frenesia pre-elettorale. Era ora!
Giuseppe Tallino