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Elezioni politiche: osservazioni a caldo

martedì 26 febbraio 2013, di redazione


Grazzanise - Il quadro politico uscito dalle urne dopo la consultazione del 24-25 febbraio 2013 si presenta meno frammentato rispetto al passato ancorché non chiaro quanto a possibilità di formare un governo stabile. Le formazioni minori sono state spazzate via e le preferenze degli elettori si sono concentrate in tre direzioni: PD, PDL e M5S. Davvero poca cosa gli altri.

Le urne di Grazzanise non hanno fatto eccezione. Il PDL si è confermato partito egemone col 44,12% dei suffragi, a distanza seguono appaiati il PD col 14,86% e il M5S col 14,64%. Agli altri le briciole, qualcuna più grossa (Grande Sud, Monti e UdC)

Da notare che la presenza di due candidati locali, nella competizione per il Senato, D. D’Elena per il MIR di Samorì, e B. Parente per il Partito Comunista dei Lavoratori, non ha portato granché ai rispettivi schieramenti. Al Mir, infatti, sono andati 65 voti per la Camera e 37 per il Senato e al PCLav 12 voti. I risultati confermano che stavolta gli elettori hanno scelto con molta convinzione, con una radicalità estrema.

Tornando agli schieramenti maggiori, rispetto alla precedente consultazione notiamo l’assottigliamento notevole del PSI, al Senato, che passa da 511 voti del 2008 ai 158 del 2013. Per la Camera il dato non è disponibile in quanto il partito di Nencini ha convogliato i propri voti sul PD.
Il Partito Democratico è l’unico che vede crescere anche se di poco i propri consensi rispetto alle precedenti elezioni. Al Senato passa da 409 a 458 voti e alla Camera da 486 a 541, risultato comunque modesto se si tiene conto della già accennata convergenza del PSI.

Quanto al partito maggioritario, Il Popolo della Libertà, la soddisfazione di aver conservato il primato non può nascondere il dato di una perdita importante di consensi. Infatti al Senato il PDL perde 643 elettori (da 2021 a 1378) e alla Camera ne perde 826 (da 2432 a 1806).

Chi ha motivo di gioire sono i grillini che conquistano 442 elettori al Senato e 533 alla Camera, raggiungendo quasi il PD, una massa di votanti sconosciuti, probabilmente giovani, che non ha punti di riferimento sul territorio, ennesimo segno che oggi le convinzioni politiche si formano attraverso la Tv e gli altri media elettronici.

Infine un ultimo dato che riguarda le schede bianche e nulle che ascriviamo nel novero del cosiddetto voto di protesta: 76 e 150 alla Camera e 84 e 148 al Senato, un più o meno 6% di cittadini che esprime così il proprio malcontento.

frates

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