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Considerazioni politiche e sociali sul Medioevo...

La storia si ripete......

martedì 9 settembre 2008, di paparente


Navigando nel mare sconfinato di internet ho trovato queste considerazioni sul Medioevo (?)...

Il Medioevo ebbe inizio nel 476 d.C. con la caduta dell’impero romano d’Occidente.
Nel corso del Medioevo si sviluppa il sistema feudale, cioè si configura un modello di stato feudale caratterizzato non a caso dalla presenza di un potere centrale debolissimo, rispetto invece alla forza dei poteri locali. Si creano singoli organismi politici nella persona di una miriade di feudatari, cioè di grandi signori appartenenti alle famiglie aristocratiche (coloro che si accaparrano più terre e acquisiscono potere). Essi a loro volta, nel sistema feudale, per poter gestire territori più ampi, cedono terreni in cambio di benefici (il rapporto di fedeltà). Come conseguenza fondamentale della frammentazione politica, nel Medioevo esiste una società gerarchizzata, in cui si delineano precisi confini sociali, in cui i vari ceti sociali sono delle vere e proprie caste chiuse. La società era pure statica, cioè non c’era apertura sociale.
Le classi sociali erano: l’aristocrazia terriera (di origine guerriera), i contadini (destinati alla produzione dei beni materiali), i ministeriales (svolgevano le funzioni amministrative, ad litteram, dal signore) e i servi (tra cui quelli della gleba). Era convinzione comune che questa suddivisione sociale riflettesse il disegno provvidenziale di Dio, infatti tutti ritenevano che Dio stesso avesse diviso la società in tre parti: l’ordo dei bellatores (i guerrieri), oratores (sacerdoti) e laboratores (contadini e artigiani). Quindi la disuguaglianza sociale era considerata come un principio giusto, voluto da Dio per garantire l’ordine e il mutuo soccorso.
Passare da una categoria a un’altra era impossibile.
Nell’Alto Medioevo si registra una grave crisi economica. Il primo fattore spia è un notevolissimo calo demografico, dovuto alle invasioni, agli scontri, alle carestie e all’impoverimento delle risorse della terra. Si arresta il flusso dei commerci e pertanto l’economia è di pura sussistenza. A malapena è sufficiente il produrre ciò che si consuma

paparente

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