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La politica del (bivacco) quotidiano

sabato 9 gennaio 2010, di Giuseppe Tallino


“ Questo secolo ormai alla fine saturo di parassiti senza dignità mi spinge solo ad essere migliore con più volontà.” Franco Battiato

Soggettivismo ideologico, interessi, “potenziale compromettibile “ e “presunzione da eletto” : ecco gli elementi aggreganti del fare politica. Elementi che si prepongono, nella loro discutibile moralità, di lavorare per garantire la coeva vivibilità del territorio in prospettiva di un futuro in costante miglioramento.

La garanzia del presente e l’offerta del futuro migliore logicamente devono esser sorrette e alimentate da una fiamma devota al passato, radice classica di sicurezza e di conforto.

1)Salvaguardare il presente 2) Lavorare in prospettiva futura 3) Trarre dal passato insegnamenti e dignità.
Di queste tre fasi quante sono sviluppate dalla politica Grazzanisana? Una su tre. Il presente. E lo fa pure non tanto bene. Quasi tutte le amministrazioni che si sono alternate hanno lavorato esclusivamente badando all’ ”eterno presente”, fermandosi sempre e solo al bivacco che avrebbe potuto garantire loro altri cinque anni di dominio funzionario. Ma c’è una stretta connessione tra le tre fasi e se il presente è gestito male ne risentono anche Passato e Futuro… il tutto a discapito della cittadina.

Come è stato (ed è tuttora trattato) il Passato
Denominare una piazza, una via non basta. Ma da noi chi ha cercato di commemorare il passato, con indagini storiche, per donare quel minimo di dignità e di giusti consigli al presente, è stato quasi sempre ostacolato non tenendo conto del lavoro che produceva ... ma troncandolo a priori.

Come è stato (ed è tuttora trattato) il Futuro
Dare posti” ai ragazzi. Di questi tempi una manna dal cielo. Ma non basta. Non basta e non è giusto se lo si fa per imbrigliare le famiglie. Non è sufficiente se nel paese dove si vive chi ha le possibilità e il consenso per educare ( e non solo mettere a posto ) opta per il disfacimento del dialogo e del’attivismo civico.
Spesso a Grazzanise gli scontri dialettici si evitano… ma non ci si tira indietro quasi mai dinanzi ad uno scontro fisico. Siamo un paese dalla “ levata di giacchetta facile”.

La gente deve pretendere di più. Pretendere di partecipare.
Riflettete: cosa è stato fatto per il futuro? Non parlo di aree industriali, di consorzi territoriali, pensate anche solo in chiave di partecipazione civica…se qualcosa fu fatto lo si fece perché c’era un nemico comune da combattere… ma adesso? Individualismo.
Questa una critica che in realtà dovrebbe essere diretta alla popolazione in toto, ma la massa è come una creatura piccina con tante idee, e nella folla il pensiero spesso si annulla o si confonde; ma chi è eletto dalla folla ha il dovere di guidarla smuovendo e commuovendo la sua coscienza…perché è la sensibilità che migliora il territorio.

MA CONVIENE TUTTO CIO’ A CHI DELL’IGNORANZA E DELL’IMMOBILISMO CIVILE FA LA SUA FORTUNA POLITICA? Meglio governare delle pecore che delle volpi, no?

Enrico Parente forse ci ha provato (ad educare civilmente): il corso per amministratore. Voleva far comprendere ai ragazzi (ma solo a quelli diplomati o laureati) come fosse difficile fare il Sindaco. E’ stato un tentativo. Ha avuto qualche esito? O è stato uno spreco?...

E’ triste vedere decine e decine di ragazzi arruolarsi per un anno perché la loro alternativa lavorativa è il nulla.
E’ triste vedere gli uomini politici che si preoccupano solo di vincere. Ma le idee? I programmi? Le prospettive? Il futuro? Dove sono? Sono questi gli uomini che votiamo e che dovrebbero garantirci la vivibilità dell’oggi e del domani?
E’ ora di esigere che chi ci amministra e chi lo farà da aprile in poi metta nero su bianco progetti di crescita. Al popolo non interessa sapere e attendere gli intrallazzi per accaparrarsi la poltrona. Vuole competenza e concreto impegno.

Giuseppe Tallino

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