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Per non dire: “Ve l’avevamo detto!” L’indignazione deve avere un seguito: la lotta

lunedì 11 dicembre 2017, di redazione


Sparanise (Caserta). Come ogni anno, al volgere del termine dello stesso, si tirano le somme, si fanno bilanci, ci si guarda indietro verificando a quali voci bisogna dare il segno più o quello meno.
La prassi è più o meno la stessa per ogni sfera del nostro vivere ed agire, per le attività programmate per e quelle che si sono catapultate nell’agenda senza chiedere permesso.
Nessuno ha la sfera magica per prevedere l’andamento annuale di qualcosa, quindi si attende la fine dell’anno per fare valutazioni.
Noi, come collettivo dello Spazio C.A.L.eS, non siamo esenti da tale pratica e c’è molto materiale da analizzare di questo 2017 che volge al termine. È stato un anno faticoso, ricco di spunti per la crescita del collettivo, dell’approfondimento politico e delle lotte messe e da mettere in campo.
Su una questione eviteremo questo processo: i dati degli sforamenti di PM10.
Già da gennaio 2017 il collettivo dello Spazio C.A.L.eS ha voluto porre all’attenzione della comunità e dell’amministrazione l’argomento. Quasi un anno fa, infatti, in sala consiliare a Sparanise, si tenne un’assemblea di confronto sull’argomento.
Si poneva l’accento sui dati degli sforamenti di PM10 registrati nell’anno precedente dalle centraline di proprietà della Calenia, la quale, secondo noi, resta il primo fattore determinante degli sforamenti.
Pur di non abbaiare al buio, abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di ricercare i motivi degli sforamenti rilevati, ritenuti eccessivi rispetto ad una realtà cittadina di modeste dimensioni come Sparanise. Infatti, fu chiesto l’utilizzo di centraline fisse e mobili, per una verifica puntuale dei valori di PM10 all’interno dell’area urbana.
Un anno è quasi passato. Le uniche certezze che abbiamo sono quelle che avevamo anche ad inizio anno. Nessuno si è impegnato per tale questione. Feste, festicciole, sagre, banchetti e concertini sono andati avanti ed anche bene, il paese sorride e di questo non possiamo che essere felici.

Ma intanto non è che quest’aria “C’ACCIR”?

Il confronto quotidiano in materia ci porta ad analizzare i dati messi a disposizione dall’Arpac (ente che gestisce il rilevamento della qualità dell’aria di tutta la Campania) e a trarre la conclusione che anche il 2017 sarà un anno in cui a Sparanise si sono infranti i limiti previsti per gli sforamenti di PM10.
I dati Arpac parlano chiaro: fino al 10 dicembre gli sforamenti conteggiati sono 44, quando in un anno il limite consentito è di 35. Si parla di particelle che entrano nel sistema respiratorio e lì rimangono per sempre, diventando potenziale causa di tumori, problemi respiratori, infezioni, ecc.
Ci sembra strano che, dati alla mano, viene a mancare la trasparenza dell’amministrazione comunale su una questione di tale importanza. Difatti, incrociando i dati Arpac con quelli messi a disposizione sul sito istituzionale del Comune di Sparanise, i conti non tornano.
Mancano i report mensili di giugno e luglio, insieme a quelli di ottobre e novembre (per quest’ultimo possiamo capire l’eventuale ritardo nella pubblicazione dato che il mese è terminato da poco), che in totale, per Arpac, hanno contribuito con ben 14 sforamenti. Tant’è vero che il conteggio del totale, se ci si rifà al sito del Comune, si ferma a 30. Giusto quei cinque giorni in meno per rimanere nel limite di sforamenti annui.
Corre l’obbligo di fare un’altra riflessione: ci sembra strano che mancano proprio i dati mensili di giugno e luglio 2017, i mesi in cui l’Estate dei roghi e dei veleni era nel pieno dell’attività, con l’incendio della discarica ex-Pozzi (15 giugno), l’incendio del sito Ilside di Bellona (11 luglio) e il rogo del deposito Expert Mallardo di Pastorano (15 luglio).
Mettendo sullo stesso tavolo l’immobilità rispetto ad impegni, seppur verbali, presi a gennaio scorso, la mancanza di dati determinanti per la verifica del superamento del limite imposto dalla legge, la continua partnership con Calenia per sponsorizzare eventi di vario genere, il quadro può sembrare tanto chiaro quanto allarmante.
A noi non interessa né puntare il dito, né dire “Ve l’avevamo detto” ma, a giorni, Legambiente e Arpac stileranno il rapporto annuale sulla qualità dell’aria, e, come va di moda oggi, ci sarà anche una classifica. L’anno scorso eravamo al secondo posto in Campania. Forse quest’anno il podio non lo vedremo, ma rimane il fatto che una cittadina come Sparanise continua a contendere questo triste primato con realtà urbane di ben altre dimensioni.
Meglio non va per la vicina Pignataro Maggiore che al 10 dicembre si ferma a 39 sforamenti, superando di quattro giorni il limite dei 35 annui.
Invitiamo quindi a non limitare la propria reazione alla lettura dei dati con un’indignazione da social o una chiacchiera da bar, ma ad una vera e propria presa di coscienza di cui i primi beneficiari saremmo noi, le nostre famiglie, i nostri amici, finanche i nostri eletti e relativi elettori.
A breve, dunque, saremo per le strade per dare un contributo alla crescita di questa coscienza, per informare e far cadere quest’aria di tifoseria politica che a volte è ben più degradante del clientelismo, perché crea menti che al posto di formulare un pensiero obiettivo, si schierano e poi, forse, pensano mutuando le idee altrui.

Spazio CALeS occupato– via Fabbrica delle Armi bianche, Sparanise (CE)

Comunicato stampa dell’ 11 dicembre 2017

La sigla PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccole particelle) identifica una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato, quel materiale presente nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro. Circa il 60% dei PM10 è composto da particelle più piccole, dette PM2,5, le quali sono capaci di raggiungere in 30 giorni le porzioni alveolari dei polmoni (Wikipedia)

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