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giovedì 26 aprile 2012, di redazione
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Grazzanise - In occasione del 25 Aprile l’Amministrazione comunale ha fatto affiggere per le strade del paese un manifesto commemorativo contenente i seguenti slogan:
LEGALITA’ – RISPETTO – CONVIVENZA CIVILE.
Non sappiamo se il manifesto sia il frutto di una semplice commessa tipografica o il prodotto meningèo di un qualche esponente dell’Amministrazione.
In ogni caso, pur giudicando insufficienti le parole d’ordine (mancano ad esempio Libertà e Giustizia), non si può non condividere il messaggio veicolato dal manifesto. Chi sarebbe tanto pazzo da mettere in discussione i concetti di Legalità, di Rispetto e di Convivenza Civile che è conseguenza dell’una e dell’altro?
La domanda che vorremmo deferentemente rivolgere all’Amministrazione, anche a rischio di essere additati come i soliti comunisti che ce l’hanno per partito preso con chi è eletto dal popolo (ma anche all’opposizione), è: si tratta di un predicozzo fatto agli altri, cittadini e forze politiche avverse, o di un auspicio acciocché questi concetti siano tenuti a mente da tutti o ancora di linee programmatiche a cui uniformarsi in futuro?
Volgendo lo sguardo intorno a noi, contemplando questo paese fermo, anzi arretrato di decenni, dove il concetto di legalità è solo un ornamento retorico, dove chi è furbo o gode della benevolenza del signore fa il proprio comodo, dove si registrano rapporti umani sempre più difficili e minati dall’odio, ci viene da dubitare sul fatto che gli slogan sulla Liberazione siano il pane quotidiano della politica, il background su cui si svolge la dialettica tra uomini e gruppi, il cemento con cui è costruita la prassi e l’ottica con la quale sono ideati i programmi.
Viva il 25 Aprile, dunque, festa della liberazione dalla dittatura, ma che non sia un vano rosario di formule vuote, al contrario sia l’inizio di un risveglio generale della nostra comunità, che possa svilupparsi nella LEGALITA’, cioè all’insegna del DIRITTO e della GIUSTIZIA, che possa progredire nel RISPETTO delle opinioni di chi la pensa diversamente (DEMOCRAZIA) e delle esigenze dei più deboli, che possa vivere finalmente e pienamente secondo i canoni della CONVIVENZA CIVILE.
frates