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domenica 10 gennaio 2021, di redazione
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Un altro dolore giunge a funestare i nostri giorni e il nostro paese. Un’altra giovane vita va, purtroppo, ad aggiungersi alla lunga lista dei deceduti anzitempo.
Era poco più che trentenne e si chiamava Angelo, come il nonno, ma per tutti, familiari e amici, era Angioletto. Nel nome era scritto il suo destino.
Affetto da Trisomia 21, ossia Sindrome di Down, presentava nelle relazioni sociali tutte quelle caratteristiche che fanno di questi individui persone socievoli, gaie, affettuose.
Aveva tanti amici che lo coccolavano e coi quali trascorreva le sue ore con piacere.
Frequentava tutti gli ambienti, nei quali era accolto con simpatia ed affetto e in cui trovava spazio per lo sviluppo delle sue relazioni sociali.
Tutti i pomeriggi lo si vedeva uscire di casa in gran forma, borsello a tracollo, e recarsi al bar Centrale, dove prendeva posto davanti a una Coca con patatine o un gelato e dove lo raggiungeva puntualmente qualche amico.
Noi che lo abbiamo avuto come alunno negli anni delle Medie lo ricordiamo come un ragazzo estremamente socievole, giulivo e affettuoso, con una particolare predilezione per i momenti ludici e musicali. Era attratto dal ballo e dalle canzoncine con le quali eravamo soliti arricchire le lezioni di lingua. E’ questa l’immagine che conserviamo di Angioletto, un ragazzo speciale.
Nel momento della sua inaspettata dipartita il ricordo va a quei momenti lieti, di gioia e arricchimento reciproco.
Alla famiglia vanno le nostre più sentite condoglianze. Che possa avere la forza di sopportare questa terribile perdita.
frates