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Grida di legalità contro il silenzio dei collusi

venerdì 3 settembre 2010, di redazione


CASTELVOLTURNO - La sezione IdV, nel preparare la campagna politica autunnale su il "silenzio uccide" e nel voler coinvolgere la società civile, invia la nota trasmessa dall’On. Sonia Alfano sullo stato della legalità nella cittadina domitia:

A volte non servono sociologi o esperti dei fenomeni sociali; per analizzare la percezione della gente basta digitare su Google “Castel Volturno” e appare chiaro di cosa stiamo parlando; il nome del comune casertano oggi è celebre nel mondo per la strage dei sei cittadini immigrati massacrati come bestie perchè in qualche modo davano fastidio agli affari della camorra. Suggerisce, il popolare motore di ricerca, una foto: c’è una donna nera che piange con le mani tra i capelli. Per terra giace immobile un corpo, nero anche quello ma sporcato di rosso, crivellato di colpi.

Questo è oggi Castelvolturno, e pazienza se faremo la fine di Roberto Saviano, accusato di infangare la Campania tutta per il fatto di raccontare la scomoda verità e a cui noi saremo sempre riconoscenti per il suo lavoro quotidiano di analisi e di denuncia. E qualcuno ovviamente non sarà d’accordo nemmeno se dico che Castel Volturno è un comune completamente in mano alla camorra; una organizzazione criminale si può permettere di massacrare sei persone in un sol colpo solo in casa propria, laddove non teme ritorsioni sociali e politiche.

In un territorio così fortemente compromesso, ma che ha in sé coraggiosi anticorpi, servirebbero segnali politici atti a dare coraggio: buone amministrazioni, buone municipalizzate, buoni servizi, gestione ottimale della “risorsa” rifiuti. Il segnale che questi piccoli accorgimenti metterebbero in crisi la legittimazione della camorra, è proprio il fatto che in questa terra di confine si procede esattamente all’inverso.

Principe e pessimo esempio di questo modo di fare politica è l’attuale Sindaco di Castelvolturno, Antonio Scalzone, sconosciuto al resto d’Italia ma notissimo a pentiti di mafia e procure campane. A costo di essere ripetitiva, è bene ricordare che di lui parla tra gli altri Luigi Guida, uomo di camorra e pluriomicida, che racconta di aver avuto nel duemila rapporti di affari in materia di rifiuti proprio con Scalzone, già allora sindaco di Castelvolturno per Forza Italia. Pare che Scalzone abbia avuto incontri ripetuti in una concessionaria Mercedes riconducibile ai casalesi con alcuni esponenti mafiosi. E come ricorda efficacemente il presidente Antonio Di Pietro nella sua interrogazione parlamentare, già nel 1998, l’amministrazione guidata dallo stesso Scalzone all’epoca del suo primo mandato da sindaco, veniva sciolta per infiltrazioni camorristiche; nel provvedimento di scioglimento si parlava di “intensa rete di frequentazioni e le molteplici relazioni, che variano dal semplice rapporto interpersonale a quello di parentela tra alcuni amministratori e dipendenti con esponenti dei locali clan criminali, hanno determinato connivenze e cointeressenze pregiudizievoli per i legittimi interessi della comunità cittadina”.

Abbastanza per stroncare per i secoli a venire non solo la carriera politica di Scalzone ma quella della sua intera area politica, ridotta ormai ad un elenco di uomini e donne discussi se non collusi. La domanda potrebbe sembrare scontata: cosa ci fa ancora al suo posto Scalzone? La risposta si potrebbe chiederla al ministro dell’Interno Roberto Maroni, che si scatena quando c’è da “parlare” di antimafia ed è invece molto cauto quando si tratta di sciogliere comuni amministrati dal centrodestra, seppur in odor di mafia, svelando il vero volto della Lega, che da partito del popolo è diventato miglior alleato di colui il quale chiamavano “il mafioso di Arcore”.

L’Italia dei Valori a Castelvolturno, ma più in generale in tutta la Campania, ha il compito irrinunciabile di essere riferimento per tutte quelle donne e quegli uomini che vogliono ribellarsi al silenzio e all’omertà; deve essere a fianco della magistratura e logorare ai fianchi questo sistema politico colluso con la camorra. E se servirà scenderemo fisicamente a loro fianco, perché è di civiltà e democrazia che si tratta, e noi abbiamo come dovere primario quello di tutelare entrambe. In questo senso le parole di Luigi De Magistris su Castel Volturno sono la dimostrazione che i cittadini non sono soli contro la camorra e la politica collusa, ma hanno nel partito, in Luigi ed in me un riferimento costante e sempre disponibile a lottare proprio contro quel silenzio che uccide. Riferendomi infine proprio all’attuale primo cittadino, gli ricordo che Paolo Borsellino ripeteva sempre che non bisogna soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia all’interno dei partiti di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati. E alla luce dei fatti emersi su Scalzone, basterebbe quantomeno ad indurlo alle immediate dimissioni.

Ma si sa, Scalzone è fiero militante di quel partito in cui gli eroi sono il mafioso Mangano e il mafioso in secondo grado Dell’Utri. Forse non sa nemmeno chi sia Borsellino, e magari lo scambierà per qualche comunista giustizialista, per qualche scrittore prezzolato o per qualche deputato dell’Idv.

On. Sonia Alfano,
Responsabile Dipartimento Antimafia dell’Italia dei Valori

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