Una società operaia senza titolo né statuto a metà Ottocento

Recentemente ci siamo occupati della Società operaia delle Tre Grazie, attiva a Grazzanise dal 1° gennaio 1890, a proposito del desiderio manifestato dalla stessa di offrire a SAR il Principe di Napoli, futuro Vittorio Emanuele III, il titolo di Socio Onorario. “Tutte le società prevedevano anche la presenza di un presidente onorario. I più gettonati per tale carica erano Garibaldi e i vari esponenti della famiglia Savoia, i quali tuttavia accettavano di rado la nomina riservandola solo alle società di lunga durata”. Pur apprezzando il gesto, la casa reale declinò l’offerta, anche su parere delle autorità locali, sia per la troppo recente costituzione della società e sia per la sua scarsa importanza.
Ma, ancor prima, un’altra società esisteva nel nostro paese. Una società operaia senza titolo né statuto, senza sede né registri, costituita nel 1872...

Le autorità tenevano d’occhio queste forme associative per verificarne l’eventuale attività politica, soprattutto a carattere rivoluzionario-sovversivo, considerato che la raggiunta unità italiana non aveva mantenuto le promesse di riscatto delle classi più deboli e dunque era molto diffuso il malcontento. In tante parti del Meridione scoppiavano delle vere e proprie rivolte e il nuovo regime, anziché curare il male alla radice, si concentrava sui sintomi, reprimendo con la forza qualsiasi protesta e sciogliendo le società operaie che facevano gli interessi degli affiliati nei confronti del padronato. E’ anche vero che spesso, in queste associazioni, agivano personaggi che si prefiggevano obiettivi che andavano al di là del mero fine solidaristico. Anche la Società Operaia di Grazzanise fu oggetto di attenzione per la presenza di un personaggio ritenuto pericoloso. Ne fa fede la corrispondenza intercorsa tra la Prefettura di Terra di Lavoro e la Delegazione di Pubblica Sicurezza di Capua al fine di definirne la portata politica.

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