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Caprio a Scalzone: tutti a casa

giovedì 2 dicembre 2010, di redazione


L’occasione: la seduta del consiglio comunale. L’argomento: la surroga del dimissionario Cristofaro Buffardi e di altri consiglieri. Alfonso Caprio, capogruppo del Partito Democratico, ha sferrato un duro attacco al Sindaco Antonio Scalzone.
L’esponente del centro-sinistra ha esordito affermando: “Sindaco, in questo Consiglio comunale, non possiamo continuare a far finta di niente. Stiamo surrogando ben quattro consiglieri questa sera, uno di questi nel caso specifico è Cristoforo Buffardi, alle ultime elezioni questo consigliere ha ottenuto ben 218 voti; accanto a lui tre consiglieri dell’Opposizione e tra questi un ex candidato a sindaco; dai quotidiani apprendiamo che ben 5 consiglieri la sfiduciano; lo scorso Consiglio comunale quello del 23 novembre u.s. il suo capogruppo Luigi Umberto Petrella e il coordinatore cittadino del Pdl Francesco De Robbio, che non sono dei signor nessuno, hanno chiesto di unire alle dimissioni di ben otto consiglieri della sua Maggioranza anche le dimissioni dei quattro componenti delle Opposizioni rimasti”.
“Le accuse” – ha rimarcato il prof. Caprio – “che i collaboratori di giustizia rivolgono a Lei stesso ma anche alla passata amministrazione, che questa parte politica ha sostenuto e non vogliamo sottacerlo, sono gravi. Quello che ci lascia perplessi” – ha rincarato – “è che la Maggioranza e Lei stesso Sindaco, ha la serenità e la tranquillità d’animo per cooperare alle risoluzione delle tante problematicità di questo comunità”.
“Lei vuole sopravvivere a tutti i costi,”
- ha insistito – “ma a chi e a che cosa? Con quale Maggioranza? Con il sostegno di quanti e quali consiglieri?”
L’esponente del PD ha poi prefigurato la difficoltà futura di amministrare con le accuse e le inchieste sul collo: “ora con questo macigno di accuse che le rivolgono i pentiti, Lei riuscirà ad operare per il bene collettivo? O ogni decisione che Lei prenderà, dovrà essere vagliata al microscopio da parte delle Opposizioni e dalla Magistratura, immagino cosa sarà con gli appalti ad esempio”.
Poi, con un pizzico di ironia, Caprio si è avviato alla conclusione: “Le chiedo e mi chiedo se è mai possibile che lei deve aspettare che la sua Maggioranza la sfiduci e la mandi a casa o aspettare un decreto di scioglimento firmato dal Presidente della Repubblica e controfirmato da ministro dell’interno, che Lei voleva cittadino onorario di questa città. Lei Sindaco è recidivo, già il 14 settembre del 1998 la sua prima amministrazione fu sciolta nel 1998, perché presentava ’forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata’”.
Infine la richiesta categorica: “Sindaco, abbia uno scatto di orgoglio e ci mandi tutti a casa”.

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