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Per il gruppo Cerchiello alcune firme sono false, per Ciliento è denigrazione
lunedì 1 settembre 2014, di Peppe Florio
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Sarebbero diverse (qualche fonte parla addirittura di 13) le firme che il gruppo del Partito democratico grazzanisano che fa capo a Teresa Cerchiello contesta al gruppo dell’attuale segretario Rosario Ciliento: sotto accusa,
ancora una volta, quella lettera di sfiducia che, da marzo scorso, ha dato il via a quella serie di eventi, riunioni, decisioni e ricorsi che, il 31 maggio scorso, ha portato alla destituzione della Cerchiello e all’elezione di Ciliento, il tutto oggetto di ricorso presso la federazione regionale del Partito.
Sull’atto di sfiducia, infatti, furono apposte 67 firme. A prescindere dalla già varie volte contestata procedura di presentazione (la sfiducia è stata protocollata alla federazione provinciale e non al direttivo locale), questa volta le accuse si fanno ben più pesanti e vanno ben al di là del semplice regolamento di partito: per Cerchiello e i suoi alcune firme sarebbero state falsificate per gonfiare i numeri. A confermare ciò, stando a quanto riportato dal gruppo, alcune delle persone le cui firme sono presenti, avrebbero
negato di aver firmato. Sulla vicenda – avvertono – c’è intenzione di procedere legalmente. "Cominciassero a preoccuparsi" affermano, a mo’ di sfida, Cerchiello e i suoi.
“La smettessero di accusare e denigrare” contrattacca Ciliento, che si dice con la coscienza a posto. “Le firme sono 67, ma i ‘nostri’ tesserati superano i 70. Se avessimo voluto falsificarle, ne avremmo avute di più. Andassero pure a verificarle!” controbatte il segretario cittadino, non riconosciuto dal gruppo della brezzana.