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La Piccola Libreria 80mq rilancia l’appello alla mobilitazione del Comitato contro la centrale a biomasse

lunedì 7 ottobre 2013, di redazione


CALVI RISORTA - Non crediate sia iniziato tutto un mese fa con le dichiarazioni dei pentiti di mafia o gli scavi del NOE.

Oggi, in Campania, qualcosa di grosso inizia a muoversi perché da anni comunità, collettivi, associazioni e movimenti hanno avuto la testa dura di non smettere mai di parlare di ambiente, di rifiuti, di alternative sostenibili. Lo facevano senza pentiti super star e senza alcuno spazio mediatico.

Sembrava di essere soli, di non produrre nulla di concreto, ma alla fine qualcosa è nato: un movimento fatto di donne e uomini di ogni estrazione e età, che hanno deciso di alzare la testa e invadere le strade e le piazze di mezza Campania, per dichiarare finiti i tempi delle speculazioni sul proprio territorio.

Ora siamo in tanti e dobbiamo continuare a tenere alta la guardia, perché ora c’è da difendere l’ultimo baluardo di dignità che ci è rimasta: la SALUTE.

Non ci importa con quali mezzi, se con preghiere, cartoline, cortei, presidi o raccolte firme, l’importante ora è non rimanere a casa ma prendere le redini in mano riguardo a ciò che accadrà da oggi al futuro; per farlo è fondamentale restare uniti e costruire passo dopo passo un unico grande movimento provinciale e regionale.

A breve in Campania giungeranno 61 miliardi di euro per le bonifiche dei siti inquinati; tutto questo denaro rappresenterà un bottino che farà gola alla camorra e a chi intende continuare a speculare.

Non dobbiamo stare a guardare l’ennesimo sciacallaggio. Le istituzioni finora non hanno saputo garantire un’onestà d’intenti, quindi ora dobbiamo essere noi a farci garanti della trasparenza, costituendo comitati civici in ogni luogo in cui ci saranno bonifiche. Bisognerà garantire che le ditte appaltatrici dei lavori non siano in odore di camorra, che gli scavi siano fatti nei siti realmente inquinanti, ma soprattutto che le bonifiche siano a vantaggio delle comunità e non delle ditte appaltatrici. Dunque dobbiamo invertire la prassi: non sarà più il nostro territorio ad essere attenzionato da camorra e malaffare per diventare meta di speculazioni, ma sarà la cittadinanza a “mettere gli occhi addosso” a politici, ditte e addetti ai lavori.

Bisogna continuare sull’onda del dissenso che si sta già ingrossando, bisogna muoversi e non restare a guardare e bisogna iniziare dai propri territorio; per questo invitiamo tutti a partecipare alle mobilitazione in programma nell’Agro Caleno, con le due date lanciare dal Comitato per l’Agro Caleno: No alla centrale a Biomasse. Due appuntamenti in cui si denuncerà il degrado in cui versa il sito dell’ex Pozzi, invaso da rifiuti speciali, urbani e amianto, ma soprattutto saranno incontri in cui la gente chiederà a gran voce la bonifica di queste terre.

Verso il presidio del 12 ottobre all’ex Pozzi e verso la grande mobilitazione del 26 Ottobre che attraverserà le vie di Calvi Risorta in difesa del territorio, per dire basta ad ulteriori avvelenamenti in Terra di Lavoro e opporsi alla realizzazione della Centrale a Biomasse sul territorio caleno.

“Finchè c’è la salute…” …l’Agro Caleno continuerà a lottare.

LABORATORIO SOCIO-POLITICO-CULTURALE 80MQ
www.piccolalibreria80mq.it/?p=4479

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2 Messaggi del forum

  • Ci proclamiamo tutti per la difesa del territorio. Ma non basta dire NO all’inceneritore, NO alla centrale biomasse, ecc... Bisogna anche dire cosa si propone in alternativa, altrimenti cosa si difende? C’è da ricordarsi che la Campania è già sotto il tiro della Commissione EU che ha chiesto la comminazione di sanzioni. In primo luogo per la scarsezza della raccolta differenziata e in secondo luogo per la mancanza di impianti di smaltimento dei rifiuti.

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    • La situazione emergenziale che viviamo è frutto solo di una politica che non intende risolvere il disastro ambientale ma vuole continuare a permettere a chi ha speculato, possa continuare a farlo. L’esempio? I movimenti casertani e campani hanno una risposta valida chiamata RIFIUTI ZERO, realtà nel resto del mondo tranne che in italia. Perchè non si sceglie questa strada? Inoltre, nello specifico, perchè costruire una centrale a biomasse se a san tammaro c’è un centro di compstaggio bloccato che se partisse potrebbe risolvere i problemi di produzione del forsu in provincia?

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