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Messaggio al Mondo Medico, Sanitario, Volontariato e giovanile

In occasione della Festa di San Biagio e della giornata mondiale dell’Ammalato

lunedì 9 febbraio 2015


Messaggio al Mondo Medico, Sanitario, Volontariato e giovanile in occasione della Festa di San Biagio e della giornata mondiale dell’Ammalato

A nome di tutti gli organizzatori in occasione della riscoperta festa compatronale di San Biagio medico e nella prossimità della 33esima Giornata Mondiale del Malato (11 Febbraio, Madonna di Lourdes), desidero dirvi grazie e richiamare l’attenzione di voi operatori sanitari e dei cristiani grazzanisani sul tema del «dolore salvifico», cioè sul significato cristiano della sofferenza, argomento sul quale avremmo voluto soffermarci di più durante la messa giubilare di San Biagio (che ci scusiamo perché ricca di momenti e perciò lunga, che potete rivedere cliccando qui) in cui i trombonieri hanno aperto la piccola porta santa giubilare della nostra chiesa madre. Anzitutto volevo invitare voi medici, voi volontari sanitari e di qualsiasi genere, anche accollatori, a leggere una bellissima lettera di San Giovanni Paolo II la cui effige veneriamo grazie alla buona volontà di alcuni di voi davanti la nostra chiesa prepositurale. La Lettera apostolica «Salvifici doloris». Come si può parlare di dolore salvifico? La sofferenza non è forse intralcio alla felicità e motivo di allontanamento da Dio? Senza dubbio esistono tribolazioni che, dal punto di vista umano, sembrano prive di qualunque significato. In realtà, se il Signore Gesù, Verbo incarnato, ha proclamato «Beati gli afflitti» (Mt 5, 4), è perché esiste un punto di vista più alto, quello di Dio, che tutti chiama alla vita e, se pur attraverso il dolore e la morte, al suo Regno eterno di amore e di pace. Felice la persona che riesce a far risplendere la luce di Dio nella povertà di una vita anche povera e piccola, ammalata o anziana. Non masochismo ma crescita nella lezione non cercata e non voluta del dolore.

Vedete, quando la mattina del 3 febbraio mi sono recato con la banda per far festa e raccogliere le offerte, i più felici erano gli ammalati, alcuni di loro mi hanno detto tramite i parenti, di entrare; in una via una persona mi ha abbracciato, sembrava avesse visto lo stesso medico Biagio o la moglie devota di esso ormai defunta. Il potere terapeutico della musica e della festa.

Voi avete una grande relazione da mantenere poiché prima la vostra persona è medicina, poi le cure e i farmaci che somministrate. Proponete, perciò, prima voi stessi! Ma questo lo sapete benissimo. Sorridete dunque agli anziani perché sorriderete alle nostre radici, siate dolci e abili con i bambini e abbiate coraggio nei numerosi tumori e incidenti in cui siete chiamati ad intervenire e in cui la vostra ragione e fede è messa duramente alla prova, talvolta non serve avere le risposte a tutto ma almeno saper comunicare. La vostra compassione non toglie nulla alla vostra professionalità ma la rende umana e perciò stessa divina.

I tre medici che vi propongo ad esempio sono: Biagio che curava Uomini, piante e Animali, oserei definirlo come il Cristo: uomo cosmico e precursore dei tempi moderni, uomo adatto alle nostre zone grazzanisane vicine alla terra dei fuochi e ricche di natura, uomo vicino alla gente schietta dell’Armenia simile a quella dei verace dei Mazzoni che talvolta sembra perdere la speranza perché troppo oppressa dal dolore di vite stroncate prematuramente. La storia, la cultura, le tradizioni di questo paese devono però essere anche loro insieme alla denuncia sociale l’ancora di salvezza delle nostre terre, il nostro orgoglio. Non ci salveranno i nostri egoismi personali e capricci che si riducono solo al giorno della festa o alle tornate elettorali. La seconda figura di "medico" o volontaria è quella di Maria la Madonna della Consolazione che ammiriamo coi nostri compatroni sull’altare maggiore, lei donna delle doglie del parto che generano il bambino da cui tutto è nato, la madre provvida a Cana, l’infermiera dopo la flagellazione, l’Addolorata ai piedi della croce che attende con fede forte la mattina di Pasqua e poi lui il Medico celeste e umano: Gesù. Lui che passava e guariva prima i cuori, poi le coscienze e infine i corpi. Badate bene, non tutti i corpi! Altrimenti avrebbe tolto alla natura e alle sue leggi la sua creaturale libertà e indipedenza. Siate perciò come questi tre: Evangeli, cioè portatori di buone notizie, nei giorni e nelle notti, negli ambulatori e nelle ambulanze, siate provvidi nel cibo del dialogo e nel testimoniare il bene fraterno verso gli ammalati, soprattutto poveri come il medico santo Moscati.

Infine grazie a tutti i giovani che in una delle sere più fredde e piovose dell’anno hanno gremito la nostra chiesa come comitati festa, accollatori, ministranti, volontari, associazioni, coristi, templari e neonati crocerossini e crocerossine, commercianti o semplici ma validi fedeli e anche le badanti ortodosse. Tutti e tutte avete subito il fascino di Gesù e del suo servo Biagio che con Giovanni Battista ci indicano la via della penitenza ma non quella che fa rima con astinenza ma con assistenza, cioè con Amore, vero, concreto e vissuto ciascuno come può. Dio vi benedica e San Biagio vi liberi da tutto ciò che soffoca la vostra vita!

Prof. Tiziano Izzo Cav. Ufficiale Templare.
Presidente delegato dal Parroco del Sodalizio di San Biagio compatrono

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