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Magliocca: "Per un punto Martin perse la cappa, per un giorno De Franciscis perde la faccia"

venerdì 21 novembre 2008, di redazione


Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato inviato dal capogruppo AN alla Provincia, Giorgio Magliocca:

Con un comunicato spocchioso (per il momento l’ha pubblicato solo il sito web Casertasette), il Presidente della Provincia Sandro De Franciscis prova a “confutare per tabulas” le accuse di violazioni di legge contenute in una mia interrogazione relativa alle vicende di Terra di Lavoro spa. Per intendersi, la società interamente pubblica controllata al cento per cento dall’ente, balzata nei giorni scorsi alla ribalta nazionale della cronaca per la “parentopoli” dei consiglieri provinciali di maggioranza, dei personaggi di spicco del Pd, e più in generale di quanti gravitano attorno allo stesso presidente.

Ebbene, per De Francisics la questione sarebbe una sorta di bolla di sapone, che avrebbe avuto “eco scandalistico dagli organi di stampa”, senza che io mi sia preoccupato di “approfondire prioritariamente le tematiche contestate e soprattutto la loro paventata illegittimità, gettando in questo modo ulteriore fango su un territorio già duramente provato”.

Egli sottolinea, infatti, che l’art. 18 del Decreto legge del 25 giugno 2008 n. 112 (il Decreto Brunetta), nel disciplinare le modalità di “Reclutamento del personale delle società pubbliche”, dispone che: “A decorrere dal sessantesimo giorno successivo all’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, le società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di cui al comma 3 dell’articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001”. E che la conversione è avvenuta con la legge n. 133 del 6 agosto 2008, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 - Suppl. Ordinario n. 196.

Ergo, secondo De Franciscis, “l’entrata in vigore della legge è, dunque, fissata al 22 agosto 2008, data successiva a quella della sua pubblicazione”. E tutto trionfante afferma: “Ora, se la matematica non è un’opinione, i 60 giorni successivi all’entrata in vigore della legge di conversione determinano la entrata in vigore delle nuove disposizioni al 21 ottobre 2008. Nel caso di specie risulta che i provvedimenti assunti dalla Terra di lavoro siano stati effettuati il 20 ottobre 2008, ovvero prima della entrata in vigore delle nuove disposizioni che, di conseguenza, non erano ancora cogenti. E anzi, prima del nuovo intervento la disciplina riconosceva espressamente la facoltà delle società, anche interamente pubbliche, di procedere ad assunzioni dirette, avendo il Legislatore dato rilevanza alla natura privatistica delle stesse. In definitiva, l’interrogazione risulta priva di ogni fondamento giuridico, risultando l’azione della Terra di Lavoro rispettosa delle vigenti disposizioni in materia”.

Da parte nostra potremmo limitarci a sottolineare che “Qui casca l’asino!”, o lasciarci andare ad altre facili ironie. Perché, invece, sarebbe bastato davvero leggere fino in fondo la legge di conversione, per scoprire, all’articolo 85, che l’entrata in vigore è avvenuta lo stesso giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, cioè il 21 agosto. E di conseguenza “se la matematica non è un’opinione”, come asserisce De Franciscis, l’entrata in vigore è avvenuta esattamente il 20 ottobre. Ergo, le assunzioni ricadono in piena violazione di legge.

Ma nell’economia complessiva della vicenda, questa è una questione del tutto marginale. Il problema vero, l’immoralità, è l’assunzione diretta di parenti ed affini, di clienti e/o cavalier serventi, a cui viene concesso un posto di lavoro a tempo indeterminato, senza concorso, senza selezione, e probabilmente senza particolari titoli e senza merito.

E questo, non soltanto in una terra in cui il lavoro, ogni giorno che passa, diventa sempre più una chimera per i giovani; ma soprattutto da parte di un’Amministrazione che si proclama di sinistra. Come a dire, siamo tutti uguali, ma ci sono quelli più “uguali degli altri”.

D’altro canto, se un giornale a diffusione nazionale (ancorché orientato dalla parte del centrodestra), sceglie la notizia come titolo di apertura della prima pagina, vuol dire che lo scandalo è enorme

Ma De Franciscis che fa? Guarda il dito che indica la luna, e non la luna. Si impicca in arzigogolati e sbagliati ragionamenti sul giorno in più o in meno (un’offesa all’intelligenza). E prova a mordere il dito pensando così di risolvere tutti i problemi.

Se scendesse per un attimo dalla torre d’avorio che si è costruita, e provasse a parlare con la gente, con al sua gente, col popolo del centro sinistra, toccherebbe con mano l’indignazione che la vicenda ha suscitato e continua a suscitare.

Gli suggeriamo, a titolo esemplificativo, la lettura di una mail che gira tra gli aficionados del Pd. Il testo è questo:

“Senza parole,non credevo fossero questi e così tanti e "qualificati",provo vergogna per questo e chiedo che tanti componenti a vario titolo del PD (io lo sto facendo)chiedano scusa ai tantissimi giovani casertani, anche iscritti e elettori Pd che emigrano per lavoro e prendano le distanze da questi governi locali,dico a chi ha elaborato il piano di assunzioni,ma sapete cosa significa oggi lavoro a tempo indeterminato???????????????? a vita?????????????
Non ci rendiamo conto ma buttiamo alle ortiche tutti i nostri programmi e la nostra credibilità.
I democratici non meritano questo,a volte penso che alcuni amici e compagni protagonisti dei governi locali di terra di lavoro siano in verità stati rapiti e dei sosia senza cultura politica siano al loro posto,non non vi capisco,non credo davvero possiate essere voi”.

Il capogruppo di An in consiglio provinciale
Giorgio Magliocca

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