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La situazione della depurazione comune per comune. C’è chi depura in parte, chi non depura proprio

L’INCHIESTA - Agnena sempre più inquinato. A rischio la fauna

Odore e colore dell’acqua cambiano a seconda dei giorni della settimana. Come mai?

lunedì 6 luglio 2015, di Peppe Florio


VITULAZIO/ PIGNATARO MAGGIORE/ FRANCOLISE/GRAZZANISE/ FALCIANO DEL MASSICO/ CANCELLO ED ARNONE/ MONDRAGONE/ CASTELVOLTURNO - Un odore nauseabondo quello emanato dal canale Agnena, giunto ad un livello di inquinamento tale da mettere a repentaglio la sopravvivenza della fauna ittica e ornitica: è la segnalazione di Franco Villano, presidente dell’Ailps Campania. Ad essere a rischio è soprattutto la presenza del Germano reale, del quale, con felicità, era stato accolto il ritorno.

Da un sopralluogo nel tratto di canale che attraversa Brezza e poi Borgo Appio, quanto comunicato da Villano è risultato confermato e, questo pomeriggio, il primo cittadino di Grazzanise Vito Gravante, accompagnato dalla polizia municipale e dai carabinieri della locale stazione, si recherà a svolgere un sopralluogo in loco, per poi coinvolgere eventualmente gli altri comuni che scaricano lungo il canale.

Il canale, che nasce nell’omonima frazione di Vitulazio e sfocia a Pescopagano, attraversa i comuni di Vitulazio, Pignataro Maggiore, Francolise, Grazzanise, Falciano del Massico, Cancello ed Arnone, Mondragone e Castelvolturno, molti dei quali vi scaricano i propri reflui, in alcuni casi senza depurare o depurando solo in parte. Secondo quanto sostiene il presidente dell’Ailps e come confermano le nostre foto, è verso metà settimana (mercoledì, giovedì e venerdì), che le condizioni delle acque peggiorano in maniera più evidente. Chi scarica in quei giorni? E, soprattutto, si tratta solo di reflui fognari o anche di altri tipi di scarichi? A tal proposito, sarebbe il caso che i comuni interessati procedessero a delle analisi.

La storia del canale Agnena negli ultimi anni è una storia di ritardi ed errori progettuali e, nei casi più gravi, di silenzio politico.

Vitulazio: il depuratore intercomunale (Bellona, Camigliano, Pastorano, Vitulazio), nel 2011 si trovò al centro di un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere che portò a sequestri, denunce e avvisi di garanzia da parte dei Carabinieri del Noe. La portabilità dell’impianto, infatti, era insufficiente a servire i 4 comuni, al punto che parte delle acque bypassavano l’impianto, finendo nel canale Agnena senza depurazione. I lavori per il nuovo impianto, secondo quanto riferisce l’architetto Lidia Callone, responsabile dell’area tecnica, sono terminati solo alcuni giorni fa e si è in attesa del collaudo.

Pignataro Maggiore: lo scorso 9 aprile, l’impianto di depurazione è stato oggetto di un’interrogazione al Ministro per l’ambiente, in Senato, da parte del Movimento 5 Stelle. Nell’interrogazione si legge: “Uno dei casi espressamente riportati nella relazione Arpac, in riferimento alla mancanza di regolare funzionamento degli impianti comunali, è quello relativo al Comune di Pignataro Maggiore (Caserta), per il quale le cause sono ricondotte all’ipotesi di presenza di errori progettuali, costruttivi e di gestione della rete fognaria”.

Francolise: Le frazioni di Ciamprisco e Sant’Andrea del Pizzone scaricano senza depuratore. Al momento il progetto ha ricevuto un finanziamento di 2 milioni 700 mila euro, per cui è già cantierabile. La questione, in realtà, si protrae dalla seconda metà degli anni ’90. Le due frazioni scaricano nel fosso Cavata e da qui nell’Agnena. Francolise capoluogo e la frazione di Montanaro, invece, sono dotate di un depuratore che scarica nel Savone, che confluisce nell’Agnena a circa 1,5 km dalla foce.

Brezza (Grazzanise): è il caso – sarà perché ce ne siamo occupati da vicino – più eclatante, quello caratterizzato dal politicucci e funzionari – volendo parafrasare l’espressione di un illustre protagonista della vicenda – capre, iene e avvoltoi. Il depuratore non ha funzionato almeno dal 2007 fino al febbraio 2014. 7 anni di silenzio e inadempienza di politici e funzionari. Poco si sa a riguardo. Si sa che nell’agosto del 2007 la giunta comunale diede direttive per redigere una progettazione per la riattivazione dell’impianto all’ufficio tecnico, che, nel marzo del 2008 indisse una gara d’appalto, da cui poi risultò vincitrice, un paio di mesi dopo, una ditta della provincia di Napoli. Subito, però, è sorto un problema: l’impianto, che la ditta avrebbe dovuto manutenere, era sprovvisto di alcuni pezzi, che ne impedivano il funzionamento. Per anni, quindi, la società in questione ha scritto al comune, chiedendo di poter avere dei fondi per sistemare l’impianto, così da poterlo rimettere in funzione e poter cominciare ad avere i guadagni per i quali aveva partecipato alla gara. In tutti questi anni, le ultime lettere risalgono all’inizio del 2012, le richieste sono sempre state disattese e già è tanto che la ditta non abbia fatto causa al comune. Il problema fu portato alla luce durante l’amministrazione commissariale di Vittoria Ciaramella e solo nel febbraio 2014, in piena amministrazione Auricchio-Migliorelli-Quaranta la manutenzione dell’impianto e la riparazione dei danni causati da atti vandalici perpetuati negli anni sono stati affidati alla Aquaclara. Domani dovrebbe aver luogo un sopralluogo anche all’impianto.

Borgo Appio (Grazzanise): Nell’ottobre 2012, un controllo dei Carabinieri rivelò il mancato funzionamento dell’impianto, di proprietà della Regione. Non si sa da quanto il depuratore non fosse in funzione. Il problema venne risolto solo verso la fine del 2013.

Una relazione regionale sullo stato delle acque superficiali 2002-2006, già metteva in evidenza “valori del LIM ( indice utilizzato nel campo della idrologia fluviale per valutare lo Stato ambientale ed ecologico dei corsi d’acqua ndr) bassi, corrispondenti ad una qualità pessima, con tendenza al peggioramento negli ultimi anni”.

Sarebbe quindi opportuno, quanto urgente, che tutti gli 8 comuni attraversati dal canale (tra cui compare Falciano del Massico, nel 2012 l’unico comune del casertano ad essere in regola con le norme sulla depurazione) si accordassero per la salvaguardia dell’ambiente, che non sia solo vuota retorica da gridare da un palco in occasione delle scadenze elettorali o da ripetere davanti ai giornalisti.

Peppe Florio

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