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Inferno Immondizia: due diversi modi di reagire

Non può piovere per sempre od io speriamo che me la cavo?

lunedì 16 maggio 2011, di paparente


L’inferno dell’immondizia dei viventi in Campania non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo e viviamo tutti i giorni, fatto di discariche ufficiali ed abusive, permanenti e provvisorie, di cassonetti rovesciati e bruciati, di lanci di sacchetti, di mobili ed automobili abbandonate, di carte di giornali lasciate per strada, di bottiglie di birra appoggiate alle panchine, di montagne di rifiuti misti che formiamo stando insieme.

Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti perché apparentemente semplice ed indolore : accettare l’inferno e diventarne parte partecipando attivamente alle attività infernali (lancio del sacchetto, abbandono del frigorifero e/o lavatrice e/o televisore, umido disperso nei posti più improbabili) fino al punto di non vederlo più, fino al punto di non sapere più cos’è il senso civico, fino al punto di dire ai propri bambini di buttare tranquillamente a terra la coppa vuota del gelato e/o la busta delle patatine e/o la lattina di coca cola .

Il secondo è rischioso (la società civile inizierà a guardarti con occhio sospetto come sovvertitore del quieto vivere) ed esige attenzione e apprendimento continui (non potrai mai distrarti e ti ritroverari spesso solo a scalare montagne insormontabili) : cercare (avrai bisogno di molto tempo) e saper riconoscere (dovrai impegnare tutte le tue energie fisiche e mentali) chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno (impresa ardua), e farlo durare (impresa titanica), e dargli spazio (impresa ai limiti dell’impossibile). »

paparente

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

(Italo Calvino, le città invisibili – 1972)

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