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Il ponte Bailey a Grazzanise

lunedì 17 ottobre 2022, di redazione


Molti ricorderanno il ponte che collegava Grazzanise alla frazione Brezza e al territorio a nord del Volturno. Il ponte di ferro, come veniva chiamato. Ponte Bailey, in gergo tecnico. Diventato quasi una icona del paese. Retaggio della guerra. La sua immagine immortalata in una cartolina degli anni ’60 del secolo scorso ci riporta alle vicende della II Guerra Mondiale, precisamente a questi giorni di 79 anni fa.

Sul Volturno si era fermata la lenta avanzata degli alleati dopo lo sbarco a Salerno del 9 settembre 1943.
I ponti sul fiume erano stati distrutti sia dagli stessi alleati per tagliare le linee di fuga ai tedeschi, sia da questi per fermare l’avanzata degli anglo-americani.
Da Capua al mare, cioè nel settore occupato dagli inglesi, il corso d’acqua presentava grosse difficoltà per l’attraversamento. In alcuni punti le sponde erano alte tra i sei e i nove metri e, in più, la portata era soggetta ad aumenti improvvisi a causa del maltempo, con esondazioni che mettevano a dura prova il movimento dei mezzi pesanti. Inoltre, non era da trascurare il fatto che il punto di un possibile guado era presidiato da forze nemiche che attuavano un intenso fuoco di sbarramento.

Su Grazzanise operava la 7° Divisione Corazzata del X Corpo d’Armata britannico il quale aveva stabilito di installare tre ponti, a Capua, a Grazzanise e a Cancello Arnone. Quello di Grazzanise era di tipo Bailey e sfruttava, appoggiandovisi, i resti di un ponte tedesco distrutto.

Ma andiamo con ordine! Nella serata del 12 Ottobre la 7° Divisione Corazzata iniziò una azione dimostrativa per attirare l’attenzione del nemico e distrarlo così dalle ali dove operavano la 46° e la 56° Divisione. Il fuoco dei tedeschi era incessante e i soldati inglesi, inesperti del governo delle barche, non riuscivano ad attraversare il fiume. Un plotone, con grande difficoltà, ce la fece a posare un cavo tra le due rive e grazie a questo si poté iniziare il passaggio. Si dovettero fare tre tentativi e solo all’alba del giorno 13 fu conquistata una piccola testa di ponte. Nella notte del 14 ottobre iniziarono i lavori per costruire un ponte Bailey, completato solo nel pomeriggio del 16. Questa struttura permise il passaggio a ritmo sostenuto di cingolati e mezzi su gomma ma ben presto le piene improvvise la distrussero e al suo posto fu installato un ponte di barche anch’esso distrutto da un’altra piena il successivo 11 febbraio 1944.
Gli americani (secondo resoconti militari dell’epoca) costruirono un nuovo ponte Bailey provvisorio a proposito del quale c’è una testimonianza nel diario di Antonio D’Abrosca (1889-1970) pubblicato nel nostro lavoro 1943: Grazzanise nel fronte di guerra (con una leggera differenza rispetto ai resoconti suddetti circa la nazionalità dei reparti impegnati nella costruzione) il quale annotava il 27 novembre ’43 che gli inglesi trasportavano per il fiume la seconda parte del ponte e il 13 giugno ’44 che il ponte veniva aperto al transito dei cittadini.
Dopo qualche tempo venne impiantato il ponte Bailey conosciuto dalla generazione del dopoguerra, poggiato su pilastri di cemento, e che ha assolto al suo compito fino a pochi decenni fa (vedi foto in fondo) .

Da evidenziare che dopo l’attraversamento delle forze alleate fu istituito sul fiume un centro di addestramento per ingegneri, con quartier generale a Capua, che portò alla costruzione di un altro ponte Baley in località Ponte Annibale.
Questo tipo di ponte era una struttura modulare facile da trasportare e agevole da costruire. Poteva essere assemblata con poche attrezzature e in breve tempo. Prese il nome da Donald Bailey, ingegnere civile presso l’Experimental Bridging Establishement. Gli inglesi ne installarono 2500 in Italia. Secondo il generale Eisenhower il ponte Bailey era una delle tre armi che avevano impresso uno sviluppo positivo alla guerra, insieme al radar e ai bombardieri pesanti.

frates

NOTE: Una descrizione dettagliata delle operazioni per oltrepassare il Volturno si trova in varie fonti, tra cui:
- Martin Blumenson, Salerno to Cassino , Center of military histrory, United States Army, Washington, DC, 1993;
- J.H. Joiner, One more river to cross: The Story of British Military Bridging, Pen & Sword Military, 1990
- Center of Military History, From the VOLTURNO to the Winter Line ( 6 October – 15 November 1943), UNITED STATES ARMY WASHINGTON, D.C., 1990 )
- D. C. Bailey, Engineers in the Italian Campaign, 1943-1945, Printing and Stationery Services, C.M.F., 1945
- Richard Mead, The Last Great Cavalryman. The life of General Sir Richard MCCreery, Pen & Sword
- Portal Militar, Comunidad dedicada al estudio de la Historia Militar, El paso del Volturno, Octubre-Noviembre 1943

foto tratte da:
IVM Imperial War Museum
Wikipedia
L’ultima foto, da una cartolina, è nella sezione ’Come eravamo’ di questo sito

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