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Elezioni provinciali: qualcosa da dire

mercoledì 14 aprile 2010, di Giovanni Raimondo


Come tutti sanno le dimissioni di De Franciscis non erano da attribuire unicamente alla sua nomina a "medico permanente" del Bureau Medical di Lourdes, anche se questa fu la versione ufficiale. Vi furono gli attacchi costanti e crescenti da parte degli ex DS in riferimento alla decisione di De Fransciscis di appoggiare la candidatura a Sindaco di Caserta di Petteruti. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che svolgeva indagini inviando, specie negli ultimi mesi, soventi controlli da parte dei Carabinieri. Molti consiglieri provinciali la mattina si alzavano con l?intento di operare in veste di Presidente della Provincia (De Franciscis - ultima festa dell’Unità a Grazzanise). Non ultimo la considerazione che la caduta di Prodi rendeva traballanti quelle amministrazioni copia conforme di quel governo.
In ossequio alla massima che nessuna amministrazione sciolta, decaduta, dimessa, è mai sopravvissuta a se stessa, si prospettava per la Provincia una sconfitta tipo Mont Saint-Jean. Si confidava solo nell’eccezione che conferma la regola, la quale, avrebbe aperta la strada del ballottaggio. Percezione confermata al momento della richiesta del voto in quanto l’elettore chiedeva di sapere se il partito era di centro-destra o centro-sinistra. E, bissata, anche se in pochi casi, dall’elettore che aveva votato "Moderati con Stellato" e che senza remore dichiarava di aver votato "con il mal di pancia".
Un elettorato quindi orientato a votare centro-destra. In tutto questo affanno i candidato di centro-sinistra alla Provincia hanno corso per l’affermazione personale (ben inteso in pubblico traboccavano d’amore e sacrificio per "il partito"), ad onor del vero però, bisogna estendere ai candidati di tutti i partiti il galoppo ad personam, quindi anche il mezzo gaudio.
Comunque sta al centro-sinistra l’analisi di una sconfitta. Più che sconfitta, disfatta, se si perde con questa forbice, si perdono quattro regioni e non si vince nemmeno dove non ci sono le liste avverse. Si può dire che senza effettivo rinnovamento (parole... parole... parole...) si fà sempre più concreto il pericolo di ammirare le rocce vulcaniche delle coste di Sant’Elena.

Solo una considerazione sui sostenitori della tesi che i candidati alla Provincia erano troppi, che bisognava puntare su uno o due cavalli per avere qualche rappresentante alla provincia, e così via. E’ vero che più candidati possono disorientare l’elettore ma è vero anche l’opposto, cioè che l’elettorato poteva convergere i voti su uno o due candidati. E poi, candidato alla Regione a Grazzanise era solo il Dott. Vito Gravante, i sostenitori di questa tesi lo hanno votato? Macché, i 604 voti (numero estremamente esiguo) che sono confluiti sull’unico candidato di Grazzanise alla Regione ne sono la riprova. Questo conferma che, se anche a livello comunale "i partiti" non sono incisivi, già a livello provinciale e regionale molti elettori ascoltano, leggono e soprattutto votano seconda la propria appartenenza politica. Se a tanto si aggiunge un piccolo piacere personale, o solida amicizia o stima per il candidato, questo si traduce in indubbia preferenza.

Raimondo Giovanni (tip).

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