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Io e Martini: da Grazzanise a Milano. La mia amicizia con il suo ultimo segretario personale

domenica 2 settembre 2012, di redazione


Fin da quand’ero bambino ero molto attratto dal rito Ambrosiano e dalla sua ricca simbologia ma anche dall’immagine di Martini che chiamavo il "vescovo elegante" era umile e Ieratico allo stesso tempo, lo ricordo con in mano l’evangeliario solenne.
Posso dire di essere cresciuto con i suoi testi, primo tra tutti "sulla barca di Pietro", un testo dove conversava con gli adolescenti su attualità e Chiesa.
Oggi il mio vuole essere un canto di ringraziamento per la Compagnia di Gesù ( i gesuiti) che mi hanno formato anche guardando alla sua linea educativa, culturale e pastorale.
Quando ero a Vallo della Lucania il mio padre Spirituale don Damiano Modena fu il primo a scrivere con la sua tesi di dottorato un testo che sistematizzasse la teologia di Martini e questi ne rimase così colpito che volle conoscerlo e da allora fecero amicizia, una amicizia che don Damiano condivideva con noi, portandoci suoi scritti e testi o telefonandogli insieme.
Ricordo una Vacanza con il teologo e vescovo Bruno Forte e il compianto Mons. Luigi Diligenza, dove il Cardinale chiamò da Gerusalemme e chiese di noi e conservo ancora i libri che ci mandava. Quando poi la suora che lo assisteva si ammalò della sua stessa malattia, Martini con l’aggravarsi delle sue condizioni tornò in Italia nell’infermeria dei Gesuiti di Gallarate che già conoscevo perchè lì si erano formati presso l’Istituto "Aloisianum" i miei insegnanti. Non volle un gesuita accanto ma solo don Damiano che con il permesso del Vescovo di Vallo lo raggiunse fino a diventarne fedele angelo custode, a stare con lui sempre fino a raccoglierne l’ultimo respiro.
Nel 2010 vinsi il concorso come idr a Milano e ricordo che andai subito a trovare il Padre Cardinale a Gallarate dove celebrava la messa delle 17.30, ricordo quando scese, mi guardò e mi disse "Tu sei l’amico di don Damiano, mi ha parlato bene di te". Io emozionatissimo che il Gesuita più famoso del mondo mi rivolgesse la parola lui per primo non risposi nulla ma sorrisi tutto felice e commosso, celebrò la messa della Domenica delle Ceneri e ricevetti le ceneri da don Damiano perchè lui non ce le faceva, era con il bastone e trasse fuori dei fogli dattiloscritti dove parlò della quaresima come tempo per la lectio divina, fu allora che capii come quest’uomo era divenuto una bibbia vivente. Una volta mentre leggeva un passo chiese a Damiano di portargli un commentario biblico e lesse ciò che l’autore diceva sul versetto che stava indagando, chiuse il commentario e disse: "questo è quello che dice l’autore, bisogna vedere cosa voleva e vuole dire lo Spirito Santo con questi versi". Dopo la Messa andammo a fare una breve passeggiata, mi chiese da dove venivo, gli parlai di Capua e di Grazzanise e come sempre della loro storia, poi mi chiese dove insegnavo e come mi trovavo ma si raccomandò che trovassi anche un altro lavoro perchè era importante. A distanza di anni capisco il senso delle sue parole, mai fossilizzarsi in un solo ambiente. Dopo un anno gli feci leggere il mio testo "Hai mutato il mio lamento in danza", lo benedisse anche se mi mandò a dire che la danza non era il suo campo, fu una enorme sorpresa ed emozione quando il Mercoledì santo scorso durante la presentazione del mio libro a Busto Arsizio mandò ad acquistarne una copia e mi chiese una dedica tramite don Damiano. In quell’occasione Damiano mi fece capire che era preoccupato per quello che stava succedendo in alcuni ambiti della Chiesa e con don Damiano mi regalò due suoi libri, ( ne ho quasi una decina regalati direttamente da lui).
Queste sono le mie reliquie,insieme ad un foglietto che conservo gelosamente, come anche le mail che scambiavo con don Damiano e il regalo fatto ad un amico che gli ho presentato a metà Luglio a cui ha scritto delle righe per presentare un suo libro sulla Chiesa.
Quando ho udito il comunicato del Cardinale Scola suo successore ho sentito tramite sms don Damiano che mi diceva di pregare per lui, il giorno dopo all’una mi ha rimandato un messaggio ringraziandomi per le preghiere e dicendo che dormiva sereno nel suo letto, non sapevo che era stato sedato. Prima delle quattro l’amico Fabio Marchese Ragona giovane Vaticanista della Mediaset mi manda un sms con il testo "Morto". Dal cuore mi è sgorgato un canto:" Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in terra agli uomini che egli ama".
Sono appena tornato dal rendere omaggio alla salma in duomo, lì come Giovanni Paolo II, giace placido su un catafalco e sotto una pioggia che batte da due giorni giovani, vecchi, anziani, bambini, preti, vescovi ,cristiani di ogni confessione, ebrei, agnostici ed atei, sfilano per rendere omaggio al Profeta della Milano che accoglie, che dialoga, che cerca di portare l’Italia nel futuro anche quando questo è difficile.....oggi mi sono nuovamente reso conto che gli uomini non hanno bisogno di parole ma della Parola, Martini è entrato a Milano con il Vangelo in mano, io per primo dovrei entrare in me stesso e nel cuore degli altri con in mano la Parola di quel Messia che ancora oggi fa scandalo e fa innamorare molti di lui, poichè, lui solo ha parole di vita eterna che appagano la fame del mondo.

Tiziano Izzo

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