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60 anni di presbiterato per don Giuseppe Lauritano

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venerdì 10 luglio 2015, di Tiziano Izzo


GRAZZANISE - 60 anni di presbiterato per don Giuseppe Lauritano di cui oltre 50 passati a Grazzanise come parroco della Chiesa madre di San Giovanni Battista. Originario di Marcianise, primo di una lunga serie di fratelli e sorelle tra cui l’instancabile Filomena che lo assiste dal suo mandato di parroco, don Peppino viene ordinato nella Chiesa di Montevergine in Capua, prefetto del Seminarium Campanum della stessa città e alunno del Seminario di Benevento sotto i rettori Mons. Santoro e Pirelli.

Nutre fin da bambino una tenera devozione alla Madre di Dio a cui dedica numerosi opuscoli, dopo un breve periodo come viceparroco a Macerata viene mandato dall’allora Arcivescovo Baccarini alla parrocchia grazzanisana dove da subito si attornia di giovani per i quali organizza tantissimi eventi, dai giochi alle gare canore nonchè alla formazione catechetica. Si deve a don Peppino una delle prime scuole per catechisti laici della diocesi di Capua, come pure l’organizzazione di una imponente dell’azione cattolica culminante nella solenne celebrazione di un congresso eucaristico che vedrà la partecipazione dell’allora cardinale di Napoli Ursi.

legato alla tradizione ma non tradizionalista don Peppino è amante delle solenni liturgie partecipatissime, la sua formazione, che risente di quella del clero di una volta ,lo porterà a coniugare nella pastorale azione e contemplazione riassunte nell’organizzazione delle rappresentazioni sacre dedicate al patrono o ad altri eroi della fede o vicende locali.

Instancabile nel celebrare e nel formare, dal suo insegnamento si avranno numerosi giovani che scelgono di studiare Scienze Religiose o Teologia con la formazione di consigli pastorali vivaci ed attivi come quello attuale che si nutre delle indicazioni di Mons. Visco riguardo il ruolo che spetta a quest’organo.

Nonostante la sua età don Peppino non si ferma e sa andare al cuore delle persone, persona sanguigna e verace ma anche affettuosa e capace di essere preoccupata da buon pastore per i problemi delle sue pecorelle. A lui si devono la realizzazione di tante coppie e la pace in molte famiglie come pure una cura per gli ammalati che ha assistito fino al loro ultimo respiro svegliato tante volte nel cuore della notte come i parroci di una volta.

"Salirò all’altare di Dio, al Dio che allieta la mia giovinezza" con queste parole tratte dalla messa tradizionale credo si possa riassumere lo stato d’animo di don Peppino alla soglia dei suoi 60 anni di sacerdozio vissuti quasi totalmente per la comunità di Grazzanise e per la diocesi di Capua che ha sempre amato e che tramite il compianto mons. Schettino gli ha conferito il titolo di Canonico della Cattedrale.

Non tutti conoscono il lato pratico di don Peppino, da restauratore di statue di santi, a realizzatore di manufatti come arredi sacri o lucernari che oggi adornano la Chiesa Madre di San Giovanni la cui facciata marmorea eretta nel 1984 è una sua idea realizzata col popolo e la manifattura dei grazzanisani.

Egli è il pastore fedele alla sua comunità e alla Sposa dell’Agnello di cui non si sente padrone prendendo spunto dall’insegnamento di San Giovanni Battista e di San Giovanni evangelista. Il suo motto rimane: " vogliatevi bene", motto che come abile omileta ripete spesso nelle sue prediche domenicali seguite e apprezzate dall’alto tasso di fedeli che frequentano le sue celebrazioni.

Io stesso ho avuto l’onore di esserne discepolo e alunno e di confrontarmi anche vivacemente con lui, da lui si ritorna sempre, lui è sempre pronto con la sua ironia e il suo affetto ad accoglierti e darti fiducia. La fiducia è uno degli aspetti fondamentali della pastorale giovanile di don Peppino da tutti conosciuto come zio Parroco, ovvero il Signor Parroco ma è davvero uno zio, un padre un fratello per chiunque lo abbia avuto come amico (come il compianto don Battista Scialdone suo compagno di seminario) o come superiore e parroco.

A don Peppino va allora il nostro "ad multos annos et multa gaudia" unito ad un altrettanto augurio sincero per la sua salute e per la nostra comunità diocesana e in particolare alla forania del basso Volturno un tempo chiamata forania di Grazzanise.

Tiziano Izzo
tratto da "Kairos"

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