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Le responsabilità dei cittadini nel degrado ambientale (II)

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sabato 8 ottobre 2011, di redazione


Grazzanise - Tantissimi anni fa (ormai “sembra un secolo”) chi scrive era poco più che un ragazzo che cominciava a guardarsi intorno alla ricerca di un impegno sociale come tutti i giovani. Un giorno si imbatté in un articolo su Il Mattino scritto da un giornalista che credo sia ancora sulla breccia.
L’autore del pezzo faceva una considerazione sul nostro paese che mi turbò molto e da allora mi è rimasta impressa. Sulle prime suscitò dentro di me un moto di ingenua (vista con lo sguardo di oggi) indignazione.
L’assunto era questo: gli abitanti di Grazzanise erano tanto preoccupati di tenere le loro abitazioni pulite (soprattutto la stanza da pranzo e la cucina in cui non mettevano piede per paura di sporcarle) quanto erano poco interessati alla pulizia pubblica. Si tenevano le case linde e si gettava tutto in strada. Era l’epoca dei cumuli di letame sui marciapiedi.
Nel mio ardore giovanile presi queste affermazioni per offese mortali e mi proposi ardentemente che avrei fatto di tutto per confutarle.

Gli anni sono passati, inesorabilmente, e, ahimé, un po’ alla volta mi sono reso conto che quel giornalista non aveva tutti i torti.
Siamo talmente gelosi e attenti al privato quanto siamo sciatti e superficiali verso il pubblico.
Le nostre case luccicano, innumerevoli gingilli fanno bella mostra di sé sul mobilio, nessuno si azzarderebbe a buttare una cicca per terra, ad appiccicare una gomma sotto il tavolo, a imbrattare un divano o un tappeto.
Ma quando si tratta del bene pubblico, strada urbana o di campagna, come per incanto ci trasformiamo in distruttori dell’ambiente, vandali degli arredi urbani, sporcaccioni.
Se abbiamo un pacchetto (vuoto) di sigarette ce ne liberiamo senza problemi dove capita, se stiamo in macchina buttiamo tutto fuori dal finestrino come la notte di capodanno alla faccia di chi ci segue e soprattutto senza vergogna. La strada è di tutti, quindi anche mia e faccio quello che mi pare e chi sei tu (con piglio spagnolesco) che mi guardi storto?
Ho dell’immondizia da smaltire e non mi va di aspettare il giorno della raccolta. Nessun problema, la scarico dove capita, su un marciapiedi (lontano da casa mia), sul ciglio di una strada, in un fosso, tanto che fa? Chi se ne frega?

Prevengo la naturale e scontata osservazione: non siamo tutti così. Gli incivili sono una minoranza. E’ vero, ma sono quelli che fanno il danno per tutti, che deturpano l’ambiente, che attentano alla salute pubblica, che danneggiano l’immagine del nostro paese, che, in definitiva, arrecano un danno morale ed anche economico alla collettività.
Abbiamo voglia di fare campagne ecologiche, di “pulire il mondo”. Finché ci sono di questi barbari c’è poco da sperare. Ci vogliono misure energiche e, ovvio, un controllo più accurato del territorio colpendo molto duramente chi si rende responsabile di simili scempi.

Dopo la prima serie di foto pubblicate giorni fa su queste pagine, che illustravano la situazione a Funno, ecco qualche testimonianza che riguarda la zona di Via Presidente e la strada provinciale 147 in direzione di Casal di Principe, lungo la fiumarola. Le immagini danno solo una pallida idea dello stato dei fatti. Il fosso laterale è invaso dall’immondizia per tutta la lunghezza della strada. C’è di tutto, ingombranti, vetro, amianto, gomme, scorie edilizie, oltre ai soliti sacchetti di rifiuti domestici.
E tutto questo non cade dal cielo!

frates

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