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La voce del violoncello è soffio del mistero

lunedì 14 dicembre 2009, di redazione

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La voce del violoncello non mente mai: sa far sentire il palpito del cuore e il soffio del mistero. Sia palpiti che mistero hanno percepito e respirato i partecipanti al concerto di domenica sera, 13 dicembre 2009, del Duo Angelo e Tiziano Baranello (pianoforte e violoncello), che si è tenuto nella sala degli ‘ Amici della Musica ’ di Pignataro M. I due artisti hanno saputo far vibrare i loro strumenti e le anime degli ascoltatori, trasportandoli in un viaggio immaginario nello spazio (Europa, USA, Argentina) e nel tempo (dai primi agli ultimi anni del ‘900).

Con i 4 tempi della Suite per Violoncello e Jazz Piano Trio, scritta nel 1980 dal musicista francese Claude Bolling, autore tra l’altro della colonna musicale del film Borsalino, i due strumenti hanno generato una ridda di sensazioni unica, che è andata dalla vitalità quasi parossistica, alla dolce riflessione romantica e amorosa, con continui vibrati, trilli, anticipazioni e riprese, impreziosite da una intesa quasi perfetta, che solo un duo di ottimi artisti riesce a raggiungere. L’ascolto della Suite è stato intenso e variegato, dai piano agli accelerati, dall’allegro al presto, tutto in un’atmosfera di incanto nella quale si assaporavano i gusti e la cultura dello Swing statunitense, l’eleganza del barocco europeo, la solitudine del jazz, la frenesia del mondo occidentale di oggi.

Il pezzo del grande Bolling è stato così coinvolgente che molti ascoltatori alla fine della prima parte del concerto si sentivano ancora emozionati e vibranti, tesi come le corde del violoncello. A tratti la interpretazione e la esecuzione del brano lasciava tutto sospeso, incantato e la voce del violoncello alitava su tutti, tanto da suscitare lacrime di gioia e di forte ottimismo verso la vita e verso gli altri. Insomma ascoltare brani del genere, eseguiti da valenti artisti , può riconciliare con il mondo e con il proprio tempo.

La seconda parte, poi, è stata il prosieguo della magia della prima. I 4 tanghi argentini sono stati la perla conclusiva. Ogni tango diverso dall’altro, ma tutti portatori di vita e sensualità. Il tango di Marianito Mores, Uno, si è rivelato una vera e propria lettera di amore, di un amore profondo, sincero, puro, appassionato e passionale, che scavalcava i confini del corpo e trasportava nell’infinito. Non di meno ha fatto il brano di Astor Piazzolla, Le Grand Tango, eseguito nello storico concerto dell’indimenticabile Rostropovich sotto l’ombra degli ultimi residui del Muro di Berlino del 1989. In questo tango si è sentito il dramma, la malinconia e la gioia dei tedeschi orientali, che riconquistavano la loro libertà.

Ed infine il tango, Por una cabeza, scritto da Carlos Claudel, autore di oltre 900 tanghi, amico di Enrico Caruso , morto nel 1935 in un incidente aereo, la cui voce è stata dichiarata dall’UNESCO nel 2003 patrimonio culturale dell’Umanità. Il tango sotto le dita del Duo Baranello ha saputo far innamorare i partecipanti al concerto, li ha invitati all’amore, alla passione e alla vita, da prendere a pieni mani con l’onestà dei sentimenti e con il cuore verso il cielo.

Una serata indimenticabile davvero!

Prof. Giuseppe Rotoli

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