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34 anni fa moriva don Francesco Montesano

lunedì 17 febbraio 2014, di redazione


Grazzanise - Il 17 febbraio di trentaquattro anni fa moriva all’età di 71 anni il sacerdote don Francesco Montesano il quale era nato il 26 settembre 1909 da Giuseppe Montesano e Laura Simoni. Una lunga malattia che ne aveva minato poco a poco le facoltà intellettive lo aveva progressivamente isolato dal contesto paesano nel quale era pur sempre molto noto sia per il suo ministero e la sua trascorsa attività politica che, agli occhi dei più, per i suoi motti di spirito, la sua arguzia e il suo anticonformismo.
Molti di una certa età ancora lo ricorderanno mentre passeggiava per le strade principali del paese, al tempo si poteva ancora percorrerle a piedi, circondato da giovani studenti coi quali più facilmente si poteva spingere in battute sopra le righe, con l’eterna sigaretta tra le dita imbrunite di nicotina. I problemi di salute già attentavano il suo fisico minuto e soprattutto la sua lucidità. Poi le sue uscite si fecero più rare fino ad interrompersi del tutto e cadde nell’oblìo.
Da qualche tempo andiamo trascrivendo un certo numero di ‘carte’ (lettere, bigliettini, discorsi, appunti vari) la cui interpretazione si fa più difficile man mano che si riferiscono alla fine della sua vita attiva, con lo svilupparsi e l’avanzare della sua crisi esistenziale.
I segni della malattia incombente si rivelano principalmente nella grafia che si fa sempre più tormentata, disordinata e, in ultima analisi, illeggibile. La documentazione di cui siamo a conoscenza e che stiamo gradualmente decifrando ci presenta un personaggio dall’attività multiforme e intensa, una esistenza tormentata (perseguitato dal fascismo, non capito dalla Chiesa, in rotta con i suoi confratelli locali), un attivismo politico incessante, un’attenzione alle vicende personali dei suoi concittadini che a lui si rivolgono per averne presentazioni e raccomandazioni, una larga cerchia di conoscenze a tutti i livelli alle quali non esita a rivolgersi per sé e per gli altri, uno spirito beffardo pronto a canzonare e fustigare.
I documenti più numerosi sono costituiti dalla corrispondenza. Lettere da cui si evince la sua attività politica e la rete di relazioni extra moenia, il suo interessamento alle necessità dei concittadini, i suoi rapporti con la Chiesa, i turbamenti esistenziali e i contenziosi amministrativi. Oltre alle lettere i numerosi ‘pizzini’, diremmo oggi, appunti scritti velocemente forse stando in piedi, date di nascita, richieste da tenere a mente. E poi la produzione letteraria, costituita da qualche tentativo saggistico, da formali discorsi e da più riusciti componimenti poetici con cui prende di mira i cattivi costumi di qualche confratello e da cui traspare il suo spirito anticonformista.
Nonostante questa elencazione, la documentazione è ancora modesta per tracciare un profilo esaustivo del Montesano e soprattutto per seguirne il tracciato esistenziale vissuto su più piani, quello religioso, quello politico, quello sociale e amicale e infine quello familiare.
Al momento ci fermiamo qui, a questo ricordo generico di un uomo e un prete che, qualunque sia il giudizio che ne poterono dare i suoi contemporanei, molto soffrì e da questa sofferenza non si riebbe mai più.
Ci ripromettiamo di tornare in futuro su di lui cercando di far luce, per quanto ci consentono le carte oggi, sui diversi aspetti della sua esistenza e soprattutto riproducendo almeno una parte della documentazione che lo riguarda.

frates

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