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Castelvolturno: quale sviluppo?

lunedì 20 giugno 2011, di redazione


Ho scritto un articolo, favorevolmente commentato in vari ambienti della cultura e della politica, sul progetto di costruzione di una “Cittadella sportiva” all’interno della pineta demaniale di Castel Volturno. Comincia così:
L’insediamento avverrà in un tratto di pineta incontaminata, sul mare, una vera oasi naturalistica sopravvissuta al degrado, tra le più belle d’Italia. La superficie interessata, interamente sottoposta a vincoli, misura venti ettari. Sono previsti otto campi di calcio (con tribune da tremila posti) spogliatoi, foresteria e pertinenze varie”.
L’articolo continua con un esame delle ragioni, territoriali, urbanistiche e ambientali che, non solo a mio parere, oggi sconsigliano insediamenti all’interno della pineta demaniale, che ha una sua precisa destinazione d’uso.
C’è, alla fine della riflessione, un invito a fare tesoro delle passate e recenti esperienze del nostro litorale, che inducono a considerare che il territorio non ha tratto beneficio alcuno dall’indiscriminato consumo del suolo e delle sue risorse naturali. Ma solo degrado. Sicché, si impone una diversa strategia dello sviluppo del nostro litorale, basato sulla salvaguardia delle risorse naturali: esse, infatti sono la nostra unica ricchezza che, se consumata non può essere di nuovo riprodotta. La realtà di oggi, nostro malgrado, non è quella di 30, 20 o 10 anni fa. E’ peggiorata, ed ogni accostamento con il passato è fuorviante.

A questo articolo, il sindaco ha reagito, com’è suo solito, azionando la macchina del fango nei miei confronti. Metodo Boffo: non si può dissentire! Ma è evidente che la sua reazione - che privilegia me - è riferita anche a tutti coloro che in materia di territorio, di tutela e di economia ambientale, ritengono di avere il diritto di esprimere opinioni, spesso divergenti dalle sue.
So di essere per lui una fissazione per via di un impossibile raffronto fra di noi (che lo affligge da anni). Non ci posso fare niente! Ma sarebbe ora che si emancipasse, affrancandosi anche da me, dal mio passato e dal mio presente: non voglio essere per lui, come l’ombra di Macbeth.
Il giudizio sulla mia persona e sul mio impegno politico, non è da lui che io me lo sia mai aspettato. Infatti, ho sempre tenuto in gran conto quello di persone qualificate e di livello culturale e politico incontestabile. I riconoscimenti - presenti anche in atti di Commissioni parlamentari di inchiesta - stanno a testimoniarlo! Come pure le realizzazioni sul territorio, registrate agli atti del Comune, tanto efficaci che il paese vive ancora degli esiti dell’impegno e delle scelte politiche delle mie gestioni, anche di quelle relative al Contenzioso e agli atti che ne sono derivati: proprio quelli che oggi sono oggetto dell’Intesa e del Risarcimento. Non serve discreditarmi, mestare, calunniare, confondere epoche e fatti…per tentare di occultare una realtà ormai storicizzata. Dov’è il nuovo che avanza?
Potrei polemizzare con il sindaco anche sulle sue fantasiose - e azzardate! - farneticazioni di carattere privato, ma dovrei dimenticare che ha nel proprio curriculum uno scioglimento del Consiglio per “condizionamento camorristico” ; dovrei non tener conto che, mentre scrive fandonie su di me, ancora oggi è oggetto di indagini che la Magistratura svolge in varie direzioni. Ma non voglio seguirlo su questo livello, perché a perderci sono io! Che già di malavoglia ho scritto di me e di lui.

Basta con questo approccio ai problemi! Tutti i temi da me trattati possono benissimo prescindere dalla mia persona, perché esistono di per sé, si impongono con la loro forza, e per tali vanno valutati. E di ciò bisogna discutere, non d’altro.(Il fatto della barca, è esilarante!) Finora l’Accordo di Programma - con le relative Intese - è stato un oggetto misterioso e, pertanto, le notizie sono trapelate improvvise e frammentarie. Ma sul suo discusso altare, l’amministrazione ha condizionato e bloccato il PUC; non ha preso parte, sebbene invitata dal Commissario Trevisone, alla Transazione sui beni demaniali; non si è costituita per il risarcimento del danno, unitamente alle amministrazioni dello Stato; ha rinunciato a rivendicare il Predio di Foce Vecchia (La Darsena) e Sopra la Marchesa, attribuiti al Comune già dal 1945; favorisce una operazione espansionistica sul demanio; non rivendica il danno ambientale, acquisito per effetto di una costituzione di parte civile risalente ad una mia gestione degli anni Settanta. E il castello sul fiume… cade!
E’ possibile richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su tutto ciò? Sono interrogativi che, del resto, ho già posto nel mese di Luglio del 2010, con l’articolo: Il demanio tra pubblico e privato.
Per aver fatto questo, dunque, il sindaco mi manifesta il suo livore. Lo fece anche quando lo richiamai per le dichiarazioni piene di intolleranza fatte in occasione dell’anniversario dell’Eccidio del Lago Patria, in cui furono trucidati 6 ghanesi ( 19 sett.2009).

Non voglio dilungarmi ancora. Il sindaco Scalzone, smetta gli abiti del diffamatore abituale, e si misuri con i problemi reali, con soluzioni adeguate all’ambiente e ai bisogni di tutti. Tanti cittadini preoccupati si pongono, come me, queste domande, e aspettano risposte rigorose e veritiere. Altrimenti faccia come crede, ma ne accetti le conseguenze, senza essere intollerante.
Infine, poiché non ho mai tratto beneficio alcuno – io! - dall’impegno per il mio paese, stia tranquillo il sindaco, che continuerò ad occuparmene ancora. Oggi, come nella prima gioventù.

Mario Luise

P.S.

Per completezza di informazione pubblichiamo in allegato l’articolo a cui si accenna qui

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