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Al ballo mascherato della democristianità!

De Luca in attesa della decisione del partito: salta il convegno di domani a Grazzanise

Non solo De Luca, ma addirittura le primarie potrebbero essere messe in discussione

lunedì 26 gennaio 2015, di Peppe Florio


GRAZZANISE/CASERTA – Salta, per domani, il convegno di Vincenzo De Luca a Grazzanise, ma, oltre a quest’ultimo, forse, salta De Luca, e, forse forse, saltano anche le primarie: il Partito democratico apre una nuova ridicola danza in vista delle regionali, che non fa altro che mettere in ridicolo il centrosinistra, a favore degli avversari politici già pronti a brindare sul suo cadavere, per l’arrivismo di qualcuno (o forse di più di qualcuno).

Ricordiamo che, come annunciato qualche giorno fa, il sindaco di Salerno avrebbe dovuto incontrare i circoli democrat del Basso Volturno per discutere di agroalimentare e filiera bufalina, ma la sentenza di qualche giorno fa, la conferenza programmatica di ieri e altre questioni ancora in discussione interna, sembrano aver fatto precipitare le cose.

Finita la notte dell’entusiasmo della vittoria tsiprasiana (per favore, spiegate ai democrat italiani che il socialismo democratico, il marxismo, l’eurocomunismo, il socialismo libertario, l’ecosocialismo, l’anticapitalismo e l’alter-globalizzazione, che compaiono tra i fondamenti del Syriza, non hanno nulla a che fare la socialdemocrazia, il cristianesimo sociale, la terza via e il liberalismo sociale dei più umili piddini italiani: non è che se ci si “commuove” con gli Inti-Illimani allora si è fratelli) il Partito democratico torna alla sua democristianità di sempre. E per non smentirsi, ha ben pensato di spostare per la terza volta la data delle primarie dall’1 (come era stata fissata in Campania) al 22 febbraio: riusciranno a fare le primarie prima delle regionali? Ecco, questo è il punto: ma il Pd, queste primarie le vuole?

Dopo la condanna per abuso di ufficio, stando ad indiscrezioni, la posizione di De Luca (che sarebbe stato tra i favoriti alle primarie) sembrerebbe essere in bilico: sebbene prima della sentenza avesse detto che avrebbe lasciato solo in caso di condanna per peculato (che non è arrivata), ora aspetta la decisione della segreteria regionale in merito al suo futuro.

Ma con questo tirare avanti, di proroghe su proroghe, non è che lo scopo ultimo sia quello di far calare un nome dal palazzo, togliendo al Pd anche quel poco di sinistrosità che gli era rimasta (ma tanto “Il nuovo che avanza” permetterebbe questa ed altre licenze)? E in effetti, dopo la prima proroga e l’ingresso improvviso nella rosa dei candidati di Gennaro Migliore (con un curriculum vasto ma in partito da pochissimi mesi), questa seconda proroga fa addirittura presumere che ci si stia accordando su un nome unitario per chiudere la questione in qualche stanza, senza consultare la piazza.

Ieri, alla conferenza programmatica del Pd casertano l’europarlamentare Nicola Caputo è stato di fatto “mandato” a mettere la pace, una pace almeno di facciata, in vista delle regionali, una pace che ha scontentato molti ma che era necessaria. E Caputo, come è noto, è stato appoggiato da De Luca alle ultime elezioni europee: sarebbe fantascientifico presupporre che, come condizione della propria rinuncia – che di fatto faciliterebbe la strada al nome unitario – il sindaco di Salerno possa imporre la candidatura proprio di Caputo, se non quello della segretaria regionale Assunta Tartaglione (pure supportata dall’asse De Luca-Casillo)? Sono solo ipotesi - a cui, sì, il procedere degli eventi e alcune indiscrezioni cominciano a farci prestare fede – che attenderanno l’eventuale conferma dei fatti.

Peppe Florio

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