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Emerito con i giovani, per i giovani

martedì 17 luglio 2007, di kore


"La democrazia è considerata giustamente la migliore forma di governo possibile, la più grande conquista dell’uomo degli ultimi secoli"- dice Pasqualino Emerito, primo cittadino di Cancello ed Arnone. E continua: "La coincidenza fra governanti e governati e la sovranità del popolo sono i due elementi fondamentali su cui si basa la democrazia nel senso tradizionale del termine."

Oggi, però, seguendo opinioni e riflessioni più innovative, il concetto andrebbe allargato: oggi gli Enti Locali (Regioni, Province e Comuni) hanno la possibilità e l’autonomia tale da potersi dotare di strumenti di democrazia partecipata che assicurino una co-gestione delle funzioni amministrative e una concertazione prima ancora di intraprendere le scelte che riguardano la comunità. La più grande sfida in questo senso è quella di dare voce e spazio ai giovani, che sono i cittadini di oggi, ma anche di domani. Sono loro i futuri amministratori, dirigenti d’azienda, avvocati, medici, consulenti. E a loro dobbiamo cominciare a dare risposte, anzi con loro. A tal proposito due sono i pilastri fondamentali da tenere in considerazione: l’Informazione, che permette di affermare e di dare centralità a quei diritti e a quelle libertà che stanno alla base della nostra Società Civile e del nostro Paese; non si possono affermare pienamente i propri diritti civili se non si ha la possibilità di accedere all’informazione; la Partecipazione, che consente di dare voce ai giovani, attraverso gli strumenti più innovativi.

Ed è proprio questo l’obiettivo che si pone il nuovo periodico di informazione della città di Cancello ed Arnone, il progetto con cui si vuole dare spazio ai giovani, che avvalendosi di un giornale informativo hanno la possibilità di comunicare le loro idee e le loro aspettative per il futuro.

"Mi è capitato una volta di ammirare un bellissimo dipinto murale che raffigurava un uomo con la bocca spalancata, come a gridare senza riuscirci, sotto c’era scritto: “Ridatemi la parola”. Un vecchio proverbio meridionale ammonisce che un uomo può perdere tutto e rimanere libero, se gli è tolta la parola, invece, diventa “povero e servo”.

"Con la parola, quindi, ci impegneremo per il bene comune- dicono i giovani- non possiamo rimanere spettatori passivi e indifferenti, rispetto alle urgenze di riforma e trasformazione delle coscienze e del pensiero."

(comunicato stampa, Matilde Maisto)

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