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Pane, pasta e latte: aumenti a raffica

Colpiti i settori più deboli della popolazione

venerdì 17 agosto 2007, di redazione


Grazzanise - Cominciano a farsi sentire i primi effetti degli aumenti dei prezzi di alcuni prodotti di prima necessità come pane, pasta e latte, previsti per settembre ma gia in vigore.
Preceduti da una accorta campagna volta a far assorbire senza traumi il colpo ai consumatori, gli aumenti sono scattati subito per il pane, mentre per pasta e latte è questione di giorni se non di ore finché non si esauriscono le scorte in magazzino.
In particolare per il pane si tratta di un aumento di quasi il 100%, non giustificato da alcuna emergenza sui mercati interni e internazionali dei cereali che da qualche parte era stata evocata per supposte necessità del settore energetico relativamente alle materie prime biologiche. Anzi, questa operazione ha tutte le caratteristiche di un cartello messo in piedi da produttori e distributori, alla faccia della concorrenza.
La popolazione ovviamente non è contenta di questi aumenti che a molti appaiono frutto di pura speculazione. Come al solito è sui consumatori, ultimo anello della catena, che vengono scaricate tutte le tensioni del mercato.
La gente si chiede, non senza ragione, se esiste una qualche forma di controllo pur in regime di libero mercato. Non è possibile addebbitare (come fanno molti) solo e soltanto all’euro, per altri versi moneta di stabilità, la causa di aumenti generalizzati e indiscriminati.
Se fosse così tutte le categorie dovrebbero essere colpite, e invece sono esposti solo i lavoratori e le famiglie a reddito fisso. Tutti gli altri settori, liberi professionisti, artigiani, commercio, hanno tratto dalla semplice trasposizione Lira/Euro benefici inimmaginabili. Basterebbe mettere sotto osservazione tenore di vita e beni mobili e immobili delle varie categorie che poi sono le stesse che risultano ai primi posti quanto a evasione fiscale.
In tutto il comprensorio e a Grazzanise in particolare non risulta alcuna forma di controllo attuata dalle autorità locali sugli aumenti, ma neanche sull’esposizione dei prezzi, sull’emissione degli scontrini, sul lavoro nero, ecc. L’attuale stangata sui prodotti di prima necessità (come tutte le altre) è percepita, quindi, anche come una beffa.

Al momento soltanto la Coldiretti ha espresso una dura presa di posizione al riguardo sottolineando il fatto che i coltivatori usufruiscono di una parte irrisoria della lievitazione dei prezzi. Quanto ai politici, sono in vacanza.

FT

Per approfondire
http://www.umbria.coldiretti.it/

http://www.cia.it/cia/svl/documentiLst?sez_id=28&conc=0&tpl=9

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