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La chiusura festiva non trova d’accordo i negozianti

domenica 24 ottobre 2010, di redazione


Grazzanise - Ha suscitato grossi risentimenti l’ordinanza di chiusura festiva degli esercizi abilitati alla vendita di bevande e alimenti. In verità non di ordinanza dell’ultima ora si tratta ma degli effetti della n° 13 del 26 aprile scorso che prevedeva la deroga alla chiusura limitatamente al periodo estivo.
Terminato tale periodo si è dunque ritornati alla situazione precedente: nei giorni festivi i negozi osservano turno di riposo. La polizia municipale non ha fatto altro che "ricordare" ai negozianti la scadenza già prevista ad aprile.

Come si sa, il Sindaco, nella sua autonomia decisionale può prendere un provvedimento del genere, tuttavia ci si chiede se sia opportuno obbligare a chiudere nei giorni di festa o se invece non sia il caso di lasciare alla libera scelta dell’esercente questa possibilità.
L’ordinanza non fa una grinza, tuttavia le considerazioni addotte da negozianti e cittadini non sono da trascurare. Esse si possono ridurre a due: in tempi di crisi consentire l’apertura domenicale significa assicurare preziose boccate d’ossigeno all’economia locale.
Secondariamente, se i paesi viciniori permettono l’apertura dei negozi e se il territorio è pieno di supermercati che sono aperti anche il dì della festa (senza contare che in tanti centri addirittura si inventano aperture serali) non si capisce per quale motivo a Grazzanise si debba mortificare chi vuole lavorare.

Uno degli esercenti più arrabbiati ha dichiarato che la domenica vendeva fino a 300 pezzi di pane e altro ai consumatori di passaggio. Un altro pare che abbia minacciato il licenziamento di una unità lavorativa.
Il danno economico, soprattutto per gli esercizi ubicati sulla Cesare Battisti, strada di transito, è notevole.

Ma anche i cittadini si erano abituati a trovare il negozio aperto sotto casa dove potevano rifornirsi in caso di improvvisa necessità. Magari adesso si dovranno spostare, ma solo di qualche chilometro, per trovare quello che cercano.

In tali situazioni si innescano guerre fra poveri perché l’esercente danneggiato punta il dito contro altri locali ai quali verrebbero concesse deroghe di fatto.
Non è disonorevole per nessuno tornare sui propri passi quando si riconosce di avere sbagliato, tantomeno per l’Amministrazione comunale se si renderà conto che è opportuno non penalizzare ma favorire il commercio locale.

frates

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