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Olimpiadi: il caso delle atlete-bambine

sabato 16 agosto 2008, di redazione


Ieri sera la TV ha mandato in onda in successione le immagini del torneo di tennis e di ginnastica femminile dai Giochi Olimpici.
Immagini emblematiche di quello che sono le Olimpiadi oggi, in barba ai sogni del fondatore e di quanti ancora credono negli ideali sportivi.

Le gare di tennis, con noti protagonisti mondiali, ripropongono l’eterno dilemma professionismo-dilettantismo. Ricordate i famosi "dilettanti" di sovietica memoria? Dilemma ovviamente irrisolto e parzialmente velato dai limiti di età che, ad esempio, vengono imposti in un altro settore altrettanto e più ricco, quello dei calciatori.

Il problema non sarà mai risolto, forse sarebbe il caso di rimuovere il residuo di ipocrisia abbattendo tutti i limiti e i vincoli.

Il secondo aspetto di queste e delle precedenti Olimpiadi su cui vogliamo soffermarci riguarda le atlete-bambine della ginnastica a cui i mezzi di comunicazione non hanno prestato attenzione. Dalla Comaneci in poi sembra che l’età delle partecipanti vada sempre più accorciandosi.
Ieri ne abbiamo avuto un’altra prova assistendo alle performance di quelle bambine a cui sono stati insegnati gli atteggiamenti dei grandi, sanno muoversi alla perfezione davanti alle telecamere e nei confronti del pubblico, ma che restano gracili come tutti gli esseri di quella età.
Bambine allevate per le gare, che piangono di disperazione per la mancata conquista di una medaglia rifugiandosi nelle braccia di allenatori-tutori che le coccolano proprio come si fa con pulcini indifesi.
Sì, i rusultati sono straordinari, ma il prezzo che pagano queste bimbe è inaccettabile e gli organismi di tutela dell’infanzia dovrebbero intervenire.
I "giochi" sono in realtà una lotta spietata, crudele, senza esclusione di colpi e non è affatto giusto che vengano buttate nella mischia creature che al massimo potrebbero "partecipare" a manifestazioni di "avviamento allo sport".

Se l’utilizzo degli animali per fini di spettacolo viene condannato come maltrattamento, a maggior ragione (ma senza paragone), dovrebbe essere vietato l’uso di bambini per fini che non hanno niente a che vedere con lo sport ma toccano la politica in quanto affermazione di sé per le grandi potenze.

franco tessitore

P.S.

Articolo segnalato a:
Coni
Unicef

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