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Quando tacere diventa una colpa e parlare un obbligo...

venerdì 30 marzo 2007, di kore

Grazzanise on line è un portale di notizie. In genere i suoi collaboratori pubblicano articoli, più o meno utili e interessanti per i lettori. Mi permetto stavolta di non pubblicare un articolo canonico, istituzionale... Vorrei che su queste "pagine" trovasse posto in via eccezionale uno sfogo. Lo sfogo di una giovane di 25 anni, grazzanisana, campana, che vuole urlare il proprio disappunto e magari aprire una tribuna di confronto.

Ieri mattina sono stata ad un incontro, tenutosi presso la Facoltà di Economia della Seconda Università degli Studi di Napoli, con Roberto Saviano, l’autore di “Gomorra”. Ho saputo di questa cosa per caso. A titolo di cronaca, mentre qualche sera fa si discuteva di un altro incontro che gli studenti, stavolta di Giurisprudenza, avrebbero avuto oggi pomeriggio con Claudio Baglioni (cosa avrà poi da dire agli studenti Baglioni, mah…), mio cugino mi fa: “Sai che domani alle 10 c’è Saviano a Capua?”. Muta. Per un attimo assente. Ma con un guizzo lucente negli occhi. Dio solo sa quanto desiderassi vedere quell’uomo. Eppure, dopo un momento di iniziale popolarità dove era facile trovarlo nei salotti culturali televisivi e non, nei vari Costanzo Show e/o Anno Zero, di Saviano si era persa traccia. Programma di protezione, scorta e via. Via dai riflettori, via da Napoli, via dalla famiglia, via dagli amici. La camorra, contro cui la sua voce si è levata, non ha tardato a farsi sentire, e sono partite le minacce di morte. E’ per questo che dell’incontro di ieri si sapeva poco e niente. Per motivi di sicurezza era stato pubblicizzato solo sul sito web della facoltà di economia, che tra l’altro “ospitava” soltanto nella sua Aula Magna quest’evento organizzato dall’ Itis di Capua nell’ambito di un progetto letterario intitolato “Incontro con l’autore”. Ebbene, ieri ad aspettare Saviano c’erano i ragazzini dell’Itis, io e un paio di amiche, e una decina di studenti universitari. E il resto? Le centinaia di ragazzi della facoltà dov’erano? In aula. A seguire i corsi. “Non posso salire su, questo corso è troppo importante”. “Davvero, su c’è Saviano?”. “Ma chi è ‘sto Saviano?”. Queste più o meno la frasi sentite con le mie orecchie. Ora… per carità, ognuno è libero di pensare e agire come meglio crede, ma… Diamine, cosa succede se perdi due ore di corso?!? Due ore, mica due settimane! Questo qui rischia la vita per venire a parlarti, per guardarti dritto in faccia, per dirti “Svegliati”… e tu pensi al corso?!? Ma lo sai che Saviano è un ragazzo come te? Che vive, pensa, parla, si diverte, beve, esce con gli amici come te? E’ del ‘79, sai? Mica del 1920! Ma soprattutto… ci pensi che i suoi occhi, quegli occhi tristi, profondi, intensi e bellissimi hanno visto, e vedono, le stesse identiche cose che vedi tu?!? Ci siamo noi nel suo libro, ragazzi… Ci sono i nostri paesi, i nostri problemi, le nostre realtà… la nostra vita. Che potrà pur essere bellissima, fantastica, pienissima… ma è qui. Ed è maledettamente difficile vivere qui. E tu pensi al corso… ai punti di credito da sommare affannosamente, al libretto da riempire, al professore da “leccare” con la tua presenza al primo banco…. E intanto, mentre fai finta di prendere appunti ma in realtà stai giocando col cellulare, esattamente sulla tua testa, al piano di sopra, un povero cristo sta cercando di dare un messaggio di legalità, di giustizia, di senso civico… e anche di speranza. Anche se sulla sua testa incombe una minaccia di morte. Anche se i suoi familiari neanche lo salutano più. Anche se gira 24 ore su 24 con la scorta e non può più fare una vita normale. Voglio proprio vedere quanti oggi andranno a sentire Baglioni. Scommetto che quell’aula sarà piena. Perché Baglioni è Baglioni. E ‘ un cantante. E’ famoso. E’ affascinante. Scrive canzoni, firma autografi, ha un sacco di soldi. Mica è uno sfigato come Saviano… Mah, forse sono io che esagero… Forse, come ripeto spesso, io sono Alice… peccato che questo non sia il Paese delle Meraviglie.

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