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Quer pasticciaccio brutto de la GMC Gricignano a Grazzanise [Parte 3, ovvero 1½]

Di nuovo 2005. Aprile: vengono approvati i patti parasociali. Come avete fatto a non rendervene conto?

giovedì 16 aprile 2015, di Peppe Florio


GRAZZANISE – Ci eravamo persi dei passaggi, per cui occorre tornare indietro, al 2005.

16 Febbraio: il consiglio comunale approva, con 11 voti favorevoli, 5 contrari e un astenuto, la partecipazione del comune alla Gmc spa con 300 quote. Da quell’atto mancano 3 cose: il riquadro per il parere del responsabile dell’area finanziaria Mattia Parente è lasciato in bianco (il comune acquista delle quote senza chiedere cosa ne pensi il responsabile delle casse!), così come quello del segretario comunale Antonio D’Abrosca (che comunque viene definito come “eventuale”): solo il responsabile dell’area tecnica, Mario Bartolomeo, esprime il proprio sì. E, cosa più importante, mancano i “patti parasociali”, indispensabili per qualsiasi affidamento.
Possibile che non ci sia resi conto, in sede di approvazione dell’acquisto delle quote, a febbraio, dell’assenza dei “patti”? Un passo congeniato o qualche brutto tiro giocato da qualche funzionario “dissidente” ad Enrico Parente per boicottare questo accordo? Non possiamo saperlo. Delle discussioni e dei rapporti tra dipendenti ed ex sindaco esiste qualche racconto, qualche leggenda metropolitana, ma nessun verbale o atto ufficiale, gli unici a cui possiamo affidare questa ricostruzione.

25 marzo: mancano pochi giorni alle elezioni del 3 aprile e il consiglio comunale approva il “Bilancio di previsione”, prevedendo le somme per l’acquisto delle quote.

20 aprile: è stata eletta la nuova amministrazione e, da un paio di settimane, Enrico Parente è stato riconfermato sindaco. E’ tempo di approvare i patti. Ma andiamo ad analizzare alcune delle condizioni:

Art.3: I soci costituenti la parte pubblica si obbligano ad affidare alla società tutti i servizi di competenza degli Enti locali, così come specificamente indicati all’articolo 2 dello statuto societario, sul cui presupposto gli stessi hanno aderito alla presente società”. Lo statuto, come riportato anche nella prima parte della nostra inchiesta, prevede una gamma enorme di servizi, tra cui “ciclo integrato dei rifiuti, servizio integrato delle acque, illuminazione, miglioramento delle condizioni scolastiche, trasporto su strada, consulenza in campo energetico e un’altra miriade di attività”. Per il comune approvare i patti significa impegnarsi a dare tutti questi servizi alla società.

Nell’ articolo 4 , troviamo un’altra circostanza interessante. Al comma 4, infatti, i soci si impegnano a “consentire che tutti i membri del Consiglio di amministrazione spettanti alla parte privata siano designati dal socio Flora Ambiente srl”, detentore del 41 percento (su 49) delle quote private e di proprietà di Elisa Flora Orsi, figlia di Sergio. In questo modo, gli Orsi non solo si garantivano la gestione di tutto il 49% della parte privata, ma anche la possibilità di nominare Amministratore delegato chi avrebbero voluto e a cui tutti avrebbero dovuto conferire, entro 5 giorni dalla nomina del Cda, “tutti i poteri delegabili necessari per lo svolgimento dell’attività sociale”. Alla stessa “Flora ambiente” sarebbe spettato il potere di nominare uno dei 2 liquidatori in caso di fallimento.

Art.5: Tutti i soci si obblifano “a votare per deliberare le integrazioni dello statuto sociale che fossero richieste dalla Società “Flora Ambiente”.

Art. 7: “In caso di inadempimento, oltre al risarcimento del danno, la parte inadempiente si obbliga a corrispondere all’altra parte l’importo di Euro 1.000.000 (1 Milione)".

Ci sono poche categorie di uomini che possono accettari patti di questo tipo: gli incompetenti, i pazzi e coloro che consapevolmente fanno un patto col diavolo per ottenere qualcosa.

Al consiglio comunale di quel 20 aprile il segretario comunale Antonio D’Abrosca manca; al suo posto c’è Arnaldo Di Cresce. La delibera, ancora una volta, passa, con i voti favorevoli di tutta la maggioranza (12) e quelli contrari di tutta l’opposizione (5). Da una parte Enzo Papa accoglie favorevolmente l’atto, sostenendo che faciliterà il processo di occupazione; dall’altra, Marcello Vaio mette in guardia sul fatto che tali società hanno come scopo solo il proprio interesse economico. “Testimone ne è la clausola, inserita nei patti parasociali, di affidamento obbligatorio di tutti i servizi comunali! Certamente non vale la pena di barattare il citato affidamento per due o tre posti di lavoro!”.
Ah, quindi, anche all’epoca, qualcuno che vedesse in modo chiaro le cose c’era: menomale, temevamo di dover smentire Darwin sul principio in base a cui “la natura non fa salti”.

Ancora una volta, tra i pareri tecnici, compare solo quello favorevole del responsabile dell’area tecnica Mario Bartolomeo, mentre sono completamente assenti gli altri.

Bene. Adesso l’indirizzo politico è stato dato e va nella direzione dell’affidamento di tutti i servizi alla Gmc. Ma, in concreto, dovranno essere i responsabili d’area a firmare le determine per eventuali affidamenti. Ma, come sappiamo, a parte un tentativo fallimentare con il ciclo dei rifiuti e una sponsorizzazione, nulla è stato affidato. Una direttiva partita dall’alto o qualche funzionario comunale che, da novello Bartleby lo scrivano, ha pronunciato il proprio “Preferisco di no”?

Questo, purtroppo, se qualcuno non si deciderà a rompere il silenzio (e a cui, se vorrà, sarà garantito l’anonimato), non potremo mai saperlo.

Peppe Florio

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