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Il Comitato di Provvedimento di Grazzanise - Parte IV

domenica 23 agosto 2020, di redazione


(PARTE IV)
ll nuovo anno (1863) vedeva l’associazione ancora alle prese con la questione dell’argine che, a quanto pare, stava molto a cuore ai soci. Anche il disservizio postale era oggetto di valutazione e se ne faceva carico al sindaco. Un punto della discussione riguardava, poi, il versamento irregolare delle quote mensili da parte dei soci. Da notare l’orario di inizio della riunione considerando che si era nel mese di gennaio.

Seduta ordinaria del giorno 8 gennaio 863
Presidenza Raimondi

Aperta la seduta alle ore una di notte – fatto l’appello nominale e letto il verbale di quella precedente, avendo il socio Fusaro fatto conoscere esser venuto l’Ingegnere per dar principio ai lavori dell’argine, si discusse a lungo su questo oggetto e si fissò - prima di deliberare definitivamente – fare un officio al Sindaco onde sapere da lui quali istruzioni avesse il sud[detto] Ingegnere o con quale ordine intendesse di operare, rimettendo alla seduta ventura la decisione.
Fatta mozione dal segretario sulla irregolarità del servizio di posta, venne pure stabilito d’officiare il municipio per un provvedimento.
Venne quindi incaricato il cassiere di esigere le contribuzioni mensili arretrate – riferendo per Domenica, gli inadempienti affinché la Società possa sul loro conto prendere le convenienti misure.
Si passò alla lettura dai giornali ed alla istruzione di storia patria e politica. All’ordine del giorno le seguenti;
1 Inchiesta al Sindaco sulle offerte a S. Giovanni
2 Nomina di due consiglieri.
Chiusa la seduta, senz’altro

Presidente: Raimondo Antonio
Segret.: Girardi

I problemi discussi dall’assemblea dell’8 gennaio (argine e posta) vengono puntualmente rappresentati in due lettere al Sindaco il giorno successivo e riportate nel registro di corrispondenza.

Al Sig. Sindaco di Grazzanise

Da questa popolare adunanza, nella tornata di iersera – venuta a conoscenza che un ingegnere si sarebbe a Lei presentato per dar mano all’argine – unanimemente ha deliberato di officiare, come officia, cotesto Municipio, pregandolo di far conoscere le intenzioni del predetto Ingegnere e di quale ordine sia munito; soggiungendo che, in seguito alle relazioni che Lei si compiacerà fornire, la Società, a nome anche della popolazione, si riserva – se farà duopo – di protestare e ricorrere a chi spetta

P. Z. 9.g. del 63

*

Al sud[detto] id[em] id[em]

Nella tornata di jersera “fatta mozione da un socio sulla irregolarità del servizio postale“ avendo qualcuno mosso lagnanza per la poca regolarità del corriere postale – ed essendo questo un oggetto di somma importanza – la si prega, Sig. Sindaco, a voler provvedervi, come crederà conveniente.

Sigle di presidente e segretario

Nella riunione successiva furono affrontati i problemi anticipati dall’ordine del giorno preparato nella seduta dell’8 gennaio 1863. Il verbale qui riprodotto non è molto chiaro sul primo punto, cioè le offerte a S. Giovanni. Si dà per scontato che il lettore, cioè il socio, conosca il problema e quindi non c’è necessità di descriverlo. Massima chiarezza, invece, sui due consiglieri eletti. Un altro argomento scottante è quello delle bambine orfane che l’Associazione affronta con un certo trasporto, dando per il momento mandato a due soci di assumere informazioni al riguardo. Non mancano il solito tema dell’argine e la consueta lettura dei giornali.

Seduta ordinaria del 11 detto
Presidenza Zito

Aperta la seduta, fatto l’appello nominale e letto il verbale della precedente tornata si passò all’ordine del giorno; cioè riguardo le offerte a S. Giovanni, dopo breve discussione venne stabilito che il Vicepresidente Ant. Raimondo dovesse esigere dalla persona incaricata il di più dell’offerta stessa, per indi erogare la somma in ciò che si crederà opportuno.
Sulla nomina dei due consiglieri, vennero eletti a maggioranza relativa di voti i Soci Sigg. Carlo Abbate e Petrella Giovanni i quali accettarono di assumere la carica suddetta.
Sulla proposta del socio Montesano pel collocamento di ragazzine orfane, vennero incaricati i Soci Montesano sud[detto]. e Vitaliano Raimondo a prendere informazioni sull’argomento e riferirne i risultati nella seduta ventura.
Circa l’argine da costruirsi – dopo lunga discussione – venne deliberato di avvanzare una relativa protesta al Ministero dei L. P. a nome di tutta la popolazione del paese e di ciò si incaricarono i Sigg. Presidente e Vicepresidente.
Fatta la solita lettura dai giornali non essendovi altro a trattare si chiuse la seduta.

Presidente: Paolo Zito
Segret.: Girardi

La seduta del 18 gennaio riveste un particolare significato per i soci del Comitato di Provvedimento. Infatti, rinviata la discussione sul problema delle orfane per assenza del diretto incaricato e accolta la domanda di adesione di un nuovo socio, il segretario Girardi propose di inviare un indirizzo di saluto a Garibaldi, convalescente dopo i fatti di Aspromonte.

Seduta ordinaria del 18 detto
Presidenza Raimondo

Aperta la seduta etc. si addivenne a trattare la mozione Montesano, ma non essendo questi presente fu rimessa alla prossima tornata.
Letta una domanda del Cittadino Petrella Giuseppe con cui chiede far parte della Società, venne unanimemente ammesso.
Fatta una proposta dal Segretario di spedire un indirizzo di saluto al Generale Garibaldi – all’unanimità di voti fu approvata: letto quindi l’indirizzo venne ritenuto e deliberato di inviarlo. -
Dopo alcune letture la seduta fu chiusa, senz’altro.

Presidente: Antonio Raimondo
Segretario: Girardi

Nel citato registro di corrispondenza ritroviamo il testo della lettera:

Grazzanise, 20 del 1863 [manca il mese]

Generale,
a Voi – come a tutte le anime nobili e generose – torna sempre gradito un saluto d’affetto.
Gli agricoltori di Grazzanise – Terra di Lavoro - ve lo inviano dal più profondo dei loro cuori, confortati pel lieto annunzio della Vostra guarigione.
I nostri voti, quelli delle nostre donne, dei nostri fanciulli si levarono a Dio per la salute di chi ci ha data la libertà – il primo diritto dell’uomo.
Nel 1860, anche noi - lasciato l’aratro – indossammo la camicia rossa e vi seguimmo… Voi c’imparaste (sic) ad amare la patria, a combattere, a morire per essa e questo insegniamo ai figli nostri – li educhiamo alle armi alle virtù cittadine affinché un giorno sian degni italiani.
E sia presto, o Generale, che possiate sguainare un’altra volta quella spada vittoriosa che interrorisce i tiranni e fa gioire i popoli oppressi.
L’Italia ha bisogno – ora più che mai – dei possenti propugnatori della sua indipendenza.

Per la Società
Zito
Raimondo
Girardi

Garibaldi rispose ai grazzanisani come rispondeva a tutti, mostrando il suo gradimento per il saluto e, nello stesso tempo, incitando alla lotta. In poche parole egli sapeva infondere nell’animo del popolo l’amor di patria e il coraggio per l’azione.

Alla Società dei Coltivatori di Grazzanisi (1) :
Miei cari amici, Io dal cuore vi ringrazio del vostro affettuoso indirizzo. Contate sopra di me. Voi mi avrete compagno il dì che i destini del nostro paese si decideranno.
Allora voi proverete ancora una volta agli stranieri, che insozzano le nostre contrade, che siete bravi coltivatori ed intrepidi soldati!
Vostro con affetto:
(firma)

Caprera, 10 giugno.

NOTE:
(1) La lettera è pubblicata al numero CCCLI dell’Epistolario di Giuseppe Garibaldi (18361882), vol. primo, raccolto e annotato da Enrico Emilio Ximenes
Immagine: Casa di Garibaldi a Caprera (Wikipedia)

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