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Don F. Montesano (11): tra i suoi amici un militare poeta

martedì 3 gennaio 2017, di redazione


Nel nostro breve viaggio nella corrispondenza di don Ciccio Montesano ci imbattiamo in una nuova conoscenza, si tratta del cap. Duilio Basciani, in servizio nel 1953 presso il XII Raggruppamento di frontiera, di stanza a Paluzza (Udine).
Tale raggruppamento fu istituito nel 1952, insieme ad altre unità di Alpini, col compito di presidiare le opere di difesa nell’arco alpino. Antesignani di questi reparti erano stati la Guardia di frontiera, costituita nel 1934 e sciolta nel 1943, e i Battaglioni di posizione, istituiti nel 1948 per le nuove esigenze legate alla guerra fredda (1). Il XII raggruppamento, che aveva sede nella Caserma “Maria Plozner Mentil”, dedicata a una portatrice carnica caduta nel 1916, fu sciolto nel 1954.
Di Duilio Basciani abbiamo una lettera scritta da Paluzza nel 1953 e due cartoline postali del 1958, a testimonianza di una lunga amicizia col nostro prete. Già nella lettera si accenna ai “cari nostalgici ricordi della giovinezza” (Don Francesco all’epoca aveva 44 anni, essendo nato nel 1909) ma gli ulteriori cinque anni intercorsi tra questa e le due nominate cartoline ci confermano il lungo rapporto trai due. Tra l’altro nella lettera il Basciani cita il nome di un soldato nostro compaesano a cui viene affidata perché la recapiti al destinatario:

Paluzza, 4.7.53
Caro Don Francesco,
Anche se a lunga scadenza, mi ricordo sempre di te, del mio caro indimenticabile amico D. Francesco, a cui mi legano i cari nostalgici ricordi della giovinezza.
Approfitto di un soldato tuo paesano che viene in licenza per inviarti la presente. Egli è Russano Giuseppe che appartiene ad un reparto del mio raggruppamento.
Se ti capitasse, caro D. Francesco, di passare per la zona in cui sono io e cioè per la Carnia e precisamente per Paluzza, presso i confini dell’Austria, io sarò ben felice di rivederti e di riabbracciarti.
In detta zona sarò, però, fino alla fine di agosto p. v., perché dopo dovrò recarmi a Cesano di Roma per frequentare il corso per l’avanzamento a Maggiore.
Sono certo che di salute starai molto bene come ti auguro di tutto cuore. Anche io non posso lamentarmi. Tra parentesi ti dico che quattro mesi or sono mi sposai a Gorizia ed ora vivo una vita nuova dopo tante vicende che in parte anche tu sai, e che pure tu hai vissute.
Chiudo, caro D. Francesco, perché ho fretta ed anche perché il soldato deve partire.
Ti abbraccio con tutto l’affetto fraterno e credimi sempre il tuo amico
Duilio Basciani.

Il mio indirizzo è:
Capitano Basciani Duilio
XII Raggruppamento di frontiera
Paluzza (Udine)

Come accennato, abbiamo anche due cartoline inviate dal cap. Basciani nel 1958 da Roma, dove si era nel frattempo trasferito. Esse hanno una particolarità, tutte e due riportano sul retro altrettante poesie del militare. Lo scopo della prima cartolina è semplicemente un saluto:

Molto Rev.do Sacerdote
Prof. D. Francesco Montesano
Grazzanise (Caserta)

Roma, 9.10.58

Ti abbraccio con affetto
Tuo aff.mo Duilio

Cap. Basciani Duilio
Viale delle Orchidee, 16
Roma

Sul retro è stampata la poesia “Alla strada della Carnia”, in versi endecasillabi sciolti, dedicata alle montagne carniche e al fiume But, immissario del Tagliamento, che bagna proprio la città di Paluzza. Luoghi che il poeta ha conosciuto direttamente, per servizio e per diletto, e che ora, essendo lontano, rivede con la mente, assaporandone ancora, con un desiderio nostalgico, la bellezza e la musica delle acque.

ALLA STRADA DELLA CARNIA

Come si fa sentire assai sovente
in me la nostalgia di rivederti,
o strada della Carnia costeggiante,
da Paluzza a Timao, il fiume But,
che scorre rumoroso per la valle
che gli abitanti chiamano «del sogno»!
Oh, quante volte, un tempo, da Paluzza
lento scendendo, a te venivo, o strada,
a fare, passeggiando solitario,
i miei spaziosi voli col pensiero
verso regioni ignote, ed a tuffare
la mia tristezza al But, dalle cui acque
pareva che mi fosse poi ridata
purificata e raddolcita alquanto!
Quanta serenità mi riportavi
allora, o strada accompagnata sempre
dal rumorio stupendo di quell’acque…!
Ora, invece, costretto a star lontano
da te, nella città, dove il trambusto
e l’affannose cure quotidiane
mi rendono la vita ancor più triste,
io vengo spesso a rivederti, o strada,
sull’ali dei miei sogni; e, mentre resto
rapito alla bellezza dei tuoi luoghi,
mi cullo ad ascoltar la poesia
che s’eleva dai monti circostanti,
e che si fonde col solenne coro
dell’acque che, dal But, perennemente
cantano per la valle il più bell’inno
alla meravigliosa Carnia verde.

(Duilio Basciani)

La seconda cartolina, spedita la vigilia di Natale dello stesso anno, contiene gli auguri per le festività in risposta a una lettera di don Francesco che non possediamo.

Molto Rev.do Sacerdote
Prof. D. Francesco Montesano
Grazzanise (Caserta)

Roma 24.12.58

Mio Caro D. Ciccillo,
Scusa il ritardo nel rispondere alla tua affettuosa lettera. Il mio indirizzo di Roma – Viale delle Orchidee, 16 – è mia residenza. Ho fatto tanti sacrifici per trasferirmi a Roma dopo il mio collocamento in ausiliaria.
Se vieni a Roma non mancare dal farmi una visita che gradirò tanto dal mio caro fraterno amico D. Ciccillo.
Nell’attesa di poterti presto abbracciare, ti invio con la mia famiglia auguri natalizi e di Capodanno.
Ti abbraccia il tuo aff.mo Duilio

Da questa cartolina apprendiamo che il Basciani ormai risiedeva a Roma. Ci sarebbe piaciuto conoscere qualcosa di più su questo militare ma non siamo stati fortunati. L’elenco telefonico non riporta alcuna famiglia Basciani all’indirizzo indicato e anche una lettera che abbiamo inviato nella speranza di contattare qualche parente non ha sortito alcun risultato.
Nel retro è stampata la lirica “Nostalgia”, anch’essa in versi endecasillabi, in una struttura che si avvicina al sonetto. I primi otto versi sono a rima alternata e i secondi sei versi a rima ripetuta o replicata (schema: ABABABAB CDECDE).
Anche qui il motivo di fondo è il ricordo, non più quello delle montagne e delle acque della Carnia, bensì, da militare impegnato nella vigilanza dei confini, quello del simbolo per antonomasia della Patria, la Bandiera, il cui passaggio, per il deluso capitano (o maggiore), non suscita più l’entusiasmo di una volta.

NOSTALGIA

Com’era bello un di veder passare
per le vie cittadine la Bandiera ... !
La gente si levava a salutare
in essa che incedeva tutta. fiera,
la Patria ognor vivente e le preclare
virtù di nostra stirpe che la nera
selva di genti barbare, corsare
aveva illuminato di sua vera
luce di civiltà; mentr’oggi, invece,
tutt’è mutato, tutto: ahimè la gente,
smarrita o presa da ben altro amore,
che non è certo quel con cui si fece
grande l’Italia un giorno, indifferente
rimane quando passa il Tricolore!

(Duilio Basciani)

A presto per altri materiali

nota:
(1) Cfr.: http://www.vecio.it/cms/index.php/alpini-darresto/325-sintesi-storica-degli-alpini-darresto
Immagine tratta da Wikipedia

frates

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