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domenica 25 aprile 2021, di redazione
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Molti fra quanti si trovano a transitare quotidianamente sull’Appia tra Capua e S. Maria CV si chiederanno perché mai, all’incrocio con Via Cappuccini, è installato un cancelletto intorno a un albero di gelso. Se non conoscono la storia di quell’albero la loro curiosità rimarrà inappagata. Soprattutto i giovani è bene che sappiano la ragione di tale installazione. Ebbene, quello è l’albero a cui fu impiccato il giovane Carlo Santagata, medaglia d’oro al Valor Militare, eroe della Resistenza.
I fatti tramandati ci dicono che Carlo era originario di Portici, dove era nato nel 1927, e si era trasferito con la famiglia a S. Maria CV. Era iscritto a un liceo scientifico ed aveva sedici anni quando il 5 ottobre 1943 si imbatté in una pattuglia di tedeschi che lo perquisirono sequestrandogli tutto ciò che aveva, del pane e un orologio regalatogli dal padre. Il giovane, secondo la narrazione corrente, non sopportò questo sopruso e, dopo essersi procurato un fucile e delle bombe, ritornò e cominciò a sparare contro altri tedeschi che nel frattempo erano arrivati sul posto. Questi, alla fine dello scontro, lo catturarono e seduta stante lo impiccarono all’albero di gelso, non senza sottoporlo a sevizie prima e dopo la morte.
Il comportamento di quel giovane coraggioso è stato sempre portato ad esempio delle migliori virtù patriottiche. Nel 1972 l’Amministrazione Comunale pose accanto all’albero, divenuto un monumento della città, una lapide che riprendeva la motivazione della Medaglia d’Oro al V. M. alla memoria: “Giovane sedicenne, pur reso edotto del pericolo cui andava incontro s’impegnava, da solo, in azioni di guerriglia contro truppe tedesche ripieganti tra Santa Maria Capua Vetere e Capua. Catturato dal nemico, seviziato ed impiccato immolava la sua giovane esistenza con serenità e virile coraggio - Luminoso esempio del tradizionale eroismo della gioventù italiana.»
S. Maria Capua Vetere - Capua, 5 ottobre 1943.
In questo giorno in cui si celebra la festa della Liberazione, è giusto ricordare quelli che sono morti perché l’Italia fosse libera e democratica. Tra questi rifulge la figura di Carlo Santagata.
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