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mercoledì 13 novembre 2013, di redazione
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Grazzanise - L’intervento di paparente sulla Marcia per la Vita di sabato 9 novembre che abbiamo pubblicato ieri ha il merito di mettere le cose nelle giuste proporzioni. Perché, al di là dei toni trionfalistici con cui è stata descritta la manifestazione popolare contro l’oltraggio ambientale, restano le foto a testimoniare della mancata partecipazione della popolazione. Esse confermano ciò che il nostro lettore ha scritto da testimone oculare, avendo preso parte all’evento.
Partendo da premesse quali l’importanza dell’avvenimento e la comunanza di interessi di due popolazioni sorelle che insieme contano più di diecimila abitanti, egli ne trae la conseguenza che, pur con l’insperato concorso di giovani, la manifestazione non è che abbia avuto il successo sbandierato.
Ciò apre o merita di aprire una discussione, pacata e costruttiva come quell’intervento, sulle ragioni di un defilarsi da parte della maggioranza dei cittadini.
Facciamo da parte nostra qualche considerazione per offrire pane a un eventuale contributo che siamo pronti a ospitare su questo sito.
1) Innanzitutto tali ragioni risiedono nella natura della nostra gente, schiva, non abituata a esporsi, che per consuetudine radicata delega ad altri, in genere un ’capo’, non solo la risoluzione di qualsiasi problema ma finanche l’interpretazione di ogni opinione e posizione.
2) l’assenza di un tessuto industriale e quindi della ’mitica’ classe operaia, che altrove è stata veicolo e struttura di emancipazione, ha determinato una incapacità di dibattito e di lotta. Evitiamo in questa sede di ricordare la convergenza atavica dei vari poteri tradizionali, politico, economico e religioso, nel tenere buono il popolo.
3) La scarsa consapevolezza dei temi ambientali e delle implicazioni nel campo della salute, dell’economia e della qualità della vita. Questa arretratezza l’abbiamo più volte ricordata a proposito dell’abbandono dei rifiuti in tutti gli angoli della campagna circostante.
A queste ragioni di carattere generale (per fortuna ci sono significative eccezioni) e che non spiegano del tutto il mezzo insuccesso della marcia (il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno secondo come lo si guardi e comunque il fatto che essa si sia tenuta è di per sé un gran segnale) se ne può aggiungere, a nostro parere, qualche altra legata all’organizzazione. Questa non è una accusa (chi non opera non sbaglia) ma un contributo costruttivo, giusto o sbagliato, che abbiamo sottoposto inutilmente a qualche responsabile prima dell’evento. Lo esplicitiamo a beneficio di chi legge.
Gli organizzatori della Marcia, fin dall’inizio, hanno posto l’accento sulla a-politicità dell’iniziativa. Hanno invitato le associazioni escludendo le sezioni politiche (non sono poi molte) ma coinvolgendo i movimenti civici senza coloritura ma ugualmente politici.
Si addita la politica come corresponsabile dei guai del territorio per cui viene tenuta alla larga come fosse una malattia infettiva. Non ci si vuole confondere con chi, al potere o all’opposizione, ha amministrato, governato, gestito. Tutta la politica è responsabile, tutta la politica è un male e va rifiutata in blocco perché è sempre pronta a impadronirsi delle iniziative per esautorarle.
In linea teorica il discorso può anche filare ma che senso ha tenere lontano la sezione del PD, o quella del PDL o quella del PSI (le uniche aperte) e imbarcare Campi Stellati, Senso Civico o Nuovi Orizzonti, movimenti civici ma che fanno politica da più o meno tempo?
E ancora. Prendersela con la politica tout court dà una mano all’antipolitica, è strumentale ad alcuni movimenti che oggi hanno successo. Non a caso corrono voci che a tali movimenti si ispirino molti degli organizzatori. E allora, cui prodest?
Ma c’è un’altra considerazione da fare: le sezioni politiche locali (in tutto poche decine di volenterosi) e i pochi modesti politici del posto possono essere ritenuti responsabili dello scempio perpetrato in questi anni con la connivenza di apparati dello Stato?
Si dice sempre che un partito deve essere in sintonia con le esigenze, le inquietudini, i bisogni della gente, ma i ’partiti’ a Grazzanise non vengono da Marte, essi rappresentano la gente e perché dovrebbero essere diversi da coloro che rappresentano? quali istanze hanno mai avanzato gli abitanti di questo posto? Quali proteste hanno inscenato? quali lettere hanno scritto ai giornali o ai propri parlamentari per sollecitare una qualsiasi azione? Quali denunce hanno presentato? L’anonimato è la forma di espressione più praticata e questo sito ne sa qualcosa.
E ora che qualche segnale di risveglio si avverte vogliamo tener fuori la politica e gli esponenti politici come fosse o fossero tutt’altro rispetto al resto della popolazione?
Ma non sarebbe stato più vantaggioso, in conseguenza di quanto abbiamo detto più su, rivolgere un invito “erga omnes” per dare al movimento il massimo della forza possibile? Non sarebbe stato più efficace istituire un comitato di lotta con rappresentanti di ogni associazione, movimento o partito? Poi magari si sarebbe deciso unanimemente di tenere le proprie bandiere negli armadi ma forse si sarebbe dato un segnale di unità di fronte a un problema comune. Avrebbe fatto proprio schifo la presenza del sindaco di S. Maria la Fossa e di un Commissario di Grazzanise con fasce e gonfaloni, circondati e accompagnati da tutti gli esponenti politici locali, in testa o in coda al corteo non aveva importanza, dando un segnale di compattezza? La gente si sarebbe sentita incoraggiata a prendervi parte abbandonando ogni ’cautela’ e con ciò acquisendo autocoscienza e consapevolezza.
Ecco, abbiamo cercato di esplicitare alcuni dubbi e perplessità che, per carità, non discendono da scienza infusa né hanno la pretesa di essere didascalici ma sono espressi in uno spirito di collaborazione.
Sarebbe una gran cosa se ci fossero interventi in merito, di approvazione o di disaccordo, nell’ottica di un rafforzamento della presenza popolare che tutti auspichiamo.
frates