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Politica paesana: un karaoke fastidioso.
martedì 24 febbraio 2009, di paparente
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Ora che manca poco più di un anno alle prossime elezioni (come al solito quelle che devono venire risultano incredibilmente e misteriosamente sempre quelle “salvifiche”) la guerra di manifesti e manifestini assume sempre più la forma di una “carnevalata” che rallegra poco o nulla il popolo. E’ inutile “sbraitare” ai quattro venti questa cosa o quel fatto,
Il popolo
non è cieco : vede ed ha visto quelle accade nella nostra comunità;
non è sordo : ha ascoltato ed ascolta "fiumi di parole inutili";
non è smemorato: ricorda chi sono, chi erano, dove sono, dove erano, da dove provengono e dove vanno quelli che vogliono rappresentarlo;
non è stolto: guarda, osserva e giudica senza bisogno di essere “indottrinato” da politici vecchi o nuovi;
non ha più la concezione del voto “patriarcale”(ogni 5 anni si presentano almeno 400 nuovi votanti, cioè quelli che hanno raggiunto la maggiore età e spariscono 400 vecchi votanti cioè quelli che sono deceduti) e pertanto nessuno può ritenere di avere la chiave per capire dove andrà questa bella fetta di voti
non si fa più ingannare dalla presunta disponibilità dell’utim’ora dei politici a risolvere i problemi.
Il popolo
è cosciente della realtà paesana , di quello che è stato fatto e non è stato fatto, di quello che è possibile fare e quello che non è possibile fare;
conosce bene chi lo rappresenta e chi vuole rappresentarlo.
Parafrasando un comico della trasmissione Colorado il popolo dice <<“la domanda non è chi è quel personaggio che si è messo a fare politica, la domanda è Perché?”>>
…pertanto visto che siamo in democrazia fra un anno giudicherà ….ed allora ognuno dovrà mettersi l’animo in pace ed accettare il risultato!
paparente