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La somma è per prestazioni di servizi. A questo punto teniamola chiusa la biblioteca comunale
domenica 9 agosto 2015, di Peppe Florio
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Se sei nato nel mio stato, dici Missourah,
se non sei nato nel mio stato, lo pronunci Missouree.
Ma se nasci nel mio stato e ci vivi tutta la vita, lo pronunci misery.
[Mark Twain]
Il 19 agosto prossimo il consiglio comunale sarà chiamato ad approvare il bilancio di previsione 2015. Un atto obbligatorio, di routine. Ma non è questo il punto. Dando uno sguardo ai capitoli di spesa previsti, si nota una cifra risibile, un “500 €” che salta subito all’occhio, considerando che la seconda somma più piccola è 22 mila 799 euro. Scorrendo il dito verso sinistra, alla ricerca della voce corrispondente a quella somma, si legge “Funzioni relative alla cultura e ai beni culturali”.
Ebbene, nella colonna “Previsioni definitive esercizio in corso”, si scopre che la somma inizialmente prevista per cultura e attività culturali era 4 mila euro, cifra che ha poi subito una variazione in diminuzione di 3 mila 500 euro. Questa cifra, come si può leggere nella tabella corrispondente, è destinata a “prestazioni di servizi”.
Per fare un esempio calzante quanto illuminante, prendiamo in considerazione la biblioteca comunale, chiusa da diversi anni. Partiamo dal presupposto che 500 euro sarebbe comunque una cifra insufficiente per aggiornare il
patrimonio librario. Il fatto, però, che questa cifra sia destinata a “prestazioni” e non all’acquisto di beni, implica di per sé che non si possano spendere questi soldi per l’acquisto di libri. In caso di riapertura, si intende forse continuare ad andare avanti con lo scarso materiale attuale o si pretende forse che venga chiesto ai cittadini di regalare qualche libro alla biblioteca, come ai tempi della direzione del professor Franco Tessitore (iniziativa oltremodo lodevole, ma che fa tanto stato d’emergenza)? A questo punto, forse, sarebbe meglio lasciarla chiusa, così da dare almeno a qualche “zecca comunista” la possibilità di dire “si, ma questa biblioteca quando la riapriamo?”, piuttosto che riaprire quella porta e rompere l’illusione.
La domanda da porre all’assessore al bilancio e all’assessore al ramo, in consiglio comunale allora sarebbe: perché una variazione in diminuzione di 3mila 500 euro? E in che tipo di prestazioni di servizi si intende investire questa minuta cifra?
Peppe Florio