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sabato 5 aprile 2008, di redazione
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Manca una settimana alle elezioni e la politica locale cerca di uscire dal letargo in cui riposa da anni organizzando incontri e iniziative per catturare l’attenzione dei cittadini. Come ha scritto un nostro lettore, in questa occasione i votanti diventano protagonisti, vengono accarezzati e blanditi, salvo poi essere trascurati per il resto della legislatura. Chi saprà essere più convincente, fermo restando che i giochi a livello di opinione, soprattutto a causa della legge elettorale, saranno condotti dai leader nazionali attraverso la TV o per mezzo dei tour attraverso l’Italia? Ancora pochi giorni e lo sapremo. Intanto i responsabili di sezione e gli attivisti si danno da fare:
Prosegue l’iniziativa del Partito Democratico. Il portavoce, avv. Paolo Parente, informa che anche domani, domenica 6 aprile, saranno allestiti due stand (Piazza S. Giovanni e "Ponte") dove sarà possibile ritirare materiale informativo e sottoscrivere il modulo di adesione al partito.
In settimana è stata inaugurata, con la presenza del sindaco, dott. Enrico Parente, la sezione de ’La Destra’, il nuovo partito nato d auna costola di AN.
Anche i giovani dell’UDC (la cui consistenza non è dato conoscere) dicono la loro, come si può leggere nel comunicato precedente in questa home page.
I Socialisti, che presentano localmente i candidati dott. Giuseppe Raimondo e dott. Vito Gravante, lavorano in sordina ma stanno battendo a tappeto il territorio con i loro manifesti.
Nei giorni scorsi Forza Italia ha promosso una raccolta di firme per il programma e contro Bassolino.
L’attivissimo Domenico D’Elena, candidato per l’Italia dei Valori ha tenuto e forse terrà (unico nel panorama locale) dei comizi.
La sezione di AN opta per la pubblicità murale. Sarebbe interessante conoscere l’umore della base riguardo alla confluenza nel PDL senza essere passati attraverso un pronunciamento degli iscritti. Non siamo a conoscenza di alcuna iniziativa sotto le bandiere del nuovo partito.
Almeno fino ad oggi, dunque, è mancato un vero dibattito sui temi più caldi del momento. Tutte le energie (poche per la verità perché i cittadini sembrano refrattari alla politica, considerata "cosa loro") sono concentrate nella ricerca dei voti, ma abbiamo l’impressione che la gente voterà ’a prescindere’ e che passato il momento elettorale, si ritornerà al letargo.
frates
da IL MATTINO DEL 08/04/2008:
Se la noia è utile
A meno di una settimana dal voto possiamo ormai dirlo: questa è una delle campagne elettorali più insulse e noiose della storia d’Italia da ultimo, intervenendo nella polemica sulle schede, Umberto Bossi è riuscito a innalzarne bruscamente la temperatura. Soltanto in superficie, però, senza mutarne la sostanza profonda. L’ultima minaccia del leader leghista, infatti, è una sorta di eco del radicalismo politico che fu, non il segnale di un radicalismo politico che esista ancora. Ma perché questa campagna elettorale è così insulsa e noiosa? E poi: è un male o un bene che lo sia? Alcuni, anche su questo giornale, hanno ricondotto la mancanza di entusiasmo che circonda il voto ai meccanismi della legge elettorale, e in particolare alla mancanza della preferenza. Altri hanno richiamato l’attenzione sulle regole che disciplinano il confronto televisivo e che, accoppiate alla presenza di numerosi candidati premier, hanno impedito quei faccia a faccia dai quali ancora due anni fa il clima politico fu non poco riscaldato. L’una ragione e l’altra hanno indubbiamente un peso. Nel complesso, tuttavia, mi paiono largamente insufficienti a spiegare perché, dopo quindici anni d’isterismo, oggi la vita pubblica italiana - leader della Lega a parte - mostri un encefalogramma quasi piatto. Ritengo insomma che questo mutamento abbia cause ben più profonde, che devono essere cercate così nel quadro politico come nello stato del paese e dell’opinione pubblica. Di più: credo che la campagna elettorale sia la spia di una svolta storica di grande rilievo, e - se la si saprà cogliere - di una svolta inoltre del tutto positiva. Sono ormai centocinquanta anni che la Penisola insegue il miraggio di uno spazio pubblico pacificato e pienamente utilizzabile. Il miraggio di quello che una volta Massimo D’Alema - richiamando tanta cultura italiana precedente - definì «un paese normale». Uno spazio pubblico pacificato, nel quale tutte le forze politiche concordino sulle regole del gioco. E pienamente utilizzabile: privo di forze di destra o di sinistra che siano ancora, o in tutto o in parte, aliene ai valori della democrazia liberale. In termini storici, l’occasione per raggiungere quel risultato l’Italia l’ha avuta dopo il 1989: nel momento in cui il collasso dell’Unione Sovietica ha reso obsoleto sia l’anticomunismo, ossia il meccanismo che per mezzo secolo aveva relegato all’opposizione un terzo dell’elettorato italiano; sia - per paradosso - l’antifascismo, ossia il meccanismo grazie al quale quello stesso terzo di elettorato era stato tuttavia integrato nella vita pubblica del paese. Quell’occasione allora la Penisola non l’ha saputa o potuta sfruttare. L’elettorato moderato, di fronte al crollo inatteso dei partiti di governo travolti dalla rivoluzione giudiziaria, si è gettato sul berlusconismo, ossia su un fenomeno politico e ideologico che trovava nell’anticomunismo una sua componente essenziale. E l’elettorato e i partiti progressisti hanno a loro volta rivitalizzato l’antifascismo, rielaborandolo spesso nella forma dell’antiberlusconismo. L’attuale campagna elettorale, a quindici anni dal collasso della «prima», segna la fine della «seconda» repubblica fondata sull’anticomunismo e sull’antiberlusconismo. Il mutamento lo dimostrano in primo luogo la sparizione quasi integrale dal discorso pubblico nazionale delle parole d’ordine tanto anticomuniste quanto antiberlusconiane. Poi la posizione inedita che ha assunto lo stesso Cavaliere: assai meno «fiammeggiante» che nel passato, e attento piuttosto a dare di sé un’immagine moderata e conciliante. In terzo luogo, i profondi mutamenti che hanno interessato la sinistra: l’inabissarsi dei partiti postcomunisti in schieramenti politici più articolati e compositi; la candidatura a presidente del consiglio, per la prima volta, di un uomo come Veltroni, che viene dall’apparato del Pci. Infine, lo stato dello spirito pubblico. Gli italiani appaiono oggi assai meno polarizzati che nel passato, e alla ricerca piuttosto di un po’ di guida e qualche soluzione, da qualunque parte esse provengano. La fine della «prima» repubblica e la «discesa in campo» di Berlusconi causarono nei primi anni novanta un innalzamento straordinario della temperatura politica. In questi tre lustri il paese è stato bombardato di promesse e di minacce. Le vittorie del centrodestra sono state temute come la fine della democrazia, e intellettuali progressisti hanno ripetutamente annunciato in quelle occasioni la loro ferma intenzione di espatriare (senza peraltro farlo mai). L’abolizione del «teatrino della politica», l’eliminazione dei «lacci e lacciuoli» che lo Stato impone alla società italiana, l’efficienza attivistica del Presidente-imprenditore sono state esaltate come la panacea di ogni male. Post coitum omne animal triste: passata la lunga ubriacatura, non poteva che restarci fra le mani una campagna elettorale insulsa e noiosa, con appena - qua e là - qualche sporadico rigurgito del passato. Se però è vero che il noto auspicio cinese «possa tu vivere in tempi interessanti» non è un augurio, ma una maledizione, allora di questa insulsaggine e di questa noiosità dobbiamo esser contenti. Il problema semmai è un altro. C’è tanto lavoro da fare per rimettere questo paese in piedi. È da sperare che, qualunque sia il risultato elettorale, le forze politiche sappiano approfittare della fine della «seconda» repubblica per edificarne - infine - una «terza» funzionante
Concordo, forse per la prima volta, con le affermazioni di P.P., ma senza dimenticare che le amministrazioni regionali e provinciali non sono da demonizzare, soprattutto per il problema dell’emergenza rifiuti, in quanto tale problema è stato affrontato da quindici anni a questa parte con criteri,purtroppo,assistenziali(vedi il susseguirsi di nomine di commissari) e ne tale problema può attribuirsi al Governo Prodi (vedi dichiarazioni dell’on. Matteoli). Per quanto riguarda le prese di posizioni degli esponenti dei verdi e delle amministrazione del nostro comune su tale problema sono del tutto comiche, in quanto nei famosi giorni di Ferrandelle, i nostri amministratori si impegnavano a far sversare solo un certo quantitativo di rifiuti ed invece.... dicendo di aver raggiunto un accordo con il prefetto De Gennaro, e quindi sventolando una loro vittoria, ma in realtà avevano ricevuto solo una promessa di intervento in un incontro con il Prefetto di Caserta. Per quanto riguarda gli uomini della Destra Grazzanisana e dei loro Dirigenti e soprattutto dei loro alleati in consiglio comunale e da sottolineare il fatto che,come nel ventennio,l’azione "degli uomini del principale" basano la loro azione amministrativa sul "vietato pensare", forti anche del fatto di un’assenza, anche se parziale, di un’opposizione.
P.S. Mentre il partito del Vicesindaco a livello nazionale conferiva poteri speciali,per la soluzione del problema rifiuti a De Gennaro, e pieno appoggio veniva conferito anche dagli organi dirigenti regionali e provinciali dello stesso Partito, il signor Carlino partecipava come membro dell’amministrazione (in quota Verdi) ai fatti di quei giorni.
Giovanni Abbate
Circolo Territoriale “G. Almirante” Via E.Lauro, 26 * Grazzanise (CE)
UN VOTO UTILE
Il 13 e 14 aprile saremo chiamati alle urne per designare i rappresentanti parlamentari e decidere chi governerà l’Italia. In questa tornata elettorale non saranno presenti soltanto due schieramenti contrapposti, ma una rosa di partiti e coalizioni dalla quale dobbiamo scegliere a chi affidare il nostro consenso. A tal proposito urge una precisazione, rivolta in special modo agli elettori che si rispecchiano nei valori e negli ideali del Centro Destra: gli altri partiti che si dichiarano antagonisti al Centro Sinistra e sono fuori dalla coalizione de “Il Popolo della Libertà” ( tipo “La Destra” di Storace o “ La Rosa Bianca” di Casini) non hanno la minima possibilità di ottenere la maggioranza per governare, anzi per la prevalenza di essi è improbabile anche il superamento delle soglie di sbarramento previste dalla legge elettorale (alla camera 4 % a livello nazionale, al senato 8 % a livello regionale). Quindi, indirettamente, ogni voto espresso nei loro confronti “servirà” solo ad aumentare le probabilità di vittoria del “Partito Democratico” capeggiato da Walter Veltroni e sostenuto da personaggi del “calibro” di Romano Prodi (che ne è il presidente ) e di Antonio Bassolino, politico ben noto a tutti noi campani in quanto uno dei principali responsabili del disastro ambientale e conseguentemente economico (vedi devastazione di una delle nostre principali fonte di reddito, ossia il settore lattiero – caseario) della nostra regione. L’unica coalizione di Centro Destra che può aspirare a diventare forza di governo è “ Il Popolo della Libertà “, che vede uniti Alleanza Nazionale, Forza Italia, Nuovo P.S.I., P.R.I.,il Partito Pensionati, la DC per le Autonomie di Rotondi ed Azione Sociale di Alessandra Mussolini, che presentano Silvio Berlusconi candidato premier.In questo momento, la nostra Patria ha bisogno di un governo stabile, duraturo e omogeneo, ossia un governo che sappia affrontare con fermezza ed efficacia le problematiche che ci attanagliano e indubbiamente “Il Popolo della Libertà” dispone di questi requisiti. Quindi vi invito a recarvi alle urne e vi esorto a non disperdere il vostro voto.
Distinti Saluti Grazzanise, lì 28 marzo 2008 Componente del direttivo sezionale PAOLO TURCO
Sopra è riportato il testo originale da me inviato, in data 6 aprile 2008, al corrispondente di Grazzanise de " IL CORRIERE DI CASERTA " . Ho voluto pubblicare tale testo in quanto in data 9 aprile 2008 è apparso sulle colenne del suddetto giornale, un articolo a me attribuito, di forma diversa dall’originale. Questo articolo contiene un messaggio che io stesso ho pubblicato sul sito " Grazzanise on line ", ed il / la giornalista l’ha accorpato al comunicato riportato sopra. Ma ciò che mi preme precisare è che l’articolo pubblicato da " IL CORRIERE DI CASERTA " contiene la frase: " Mi pare una considerazione sciocca a questo punto ". Questa frase non è assolutamente mia, non l’ho mai utilizzata, nè per il messaggio sul sito, nè per l’articolo di giornale, ma dato che è stata riportata tra virgolette induce facilmente i lettori a considerarla mia. Ribadisco, specie a quanti abbia potuto urtare tale frase, che non mi appartiene nella maniera più categorica.
Hai ragione, è meglio votare per il del Popolo della libertà,che non si sa ancora ne è dato sapere se è un partito con dirigenti nazionali e locali senza distinguo tra AN,FI,DC di rotondi etc etc come avviene in questa campagna elettorale (basta guardare i manifesti "Più sicuri c’è alleanza" o un cartello elettorale, che ha esponenti del Calibro di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi che hanno definito il mafioso Mangano, condannato in via definitiva,un eroe, è ancora Sergio De gregorio indagato per mafia, o tre amministratori arrestati per brogli elettorali e voto di scambio, o persone come Giulio Tremonti che portò all’apertura di una procedura di infrazione verso l’Italia per i conti pubblici, o personaggi come Bossi. Spero che tu sia consapevole che in Italia si stiano scontrando diversi schieramenti tra cui il PDL non può di certo considerarsi di Centro Destra,ma conservatore, in quanto il Centro corre da solo con Casini alla cui convention di Torino ha partecipato anche il presidente dei Popolari Europei e che non ha partecipato alla campagna elettorale del PDL e che ha messo un veto sulla presenza di AN sull’ingresso nel PPE,e il PD nato dalla fusione, in seguito a congressi di due partiti La Margherita sicuramente partito di centro per la sua storia e il suo percorso, e i DS.In conclusione il PD può considerarsi un partito di centrosinistra il PDL un partito conservatore e di destra.
G.A.
Le dichiarazioni che appaiono su forum, siti, manifesti, volantini, opportunamente firmate, sono pubbliche, dunque è nelle facoltà degli organi di informazione usarle.
I comunicati stampa devono essere, per comprensibili regole di redazione valide in ogni giornale, rimpastati, cioè riscritti dal corrispondente o dal redattore, adeguandoli al contesto e tenendo anche conto di esigenze puramente "grafiche": altrimenti ogni testata che li riceve avrebbe in pagina articoli uguali, ma con firme diverse, e ciò non è possibile.
Qualora si desideri che un "appello al voto", palesemente evidente nel comunicato ricevuto dalla sezione di A.N. prima che questo venisse opportunamente "rimpastato, venga integralmente pubblicato, si può acquistare senza problemi uno spazio elettorale pubblicitario.
Approfitto dell’ occasione per precisare che quanto detto non vale solo per il circolo territoriale Almirante ma per tutte le compagini politiche che in questo periodo hanno chiesto di far passare i loro proclami elettorali a mezzo stampa e li hanno visti modificati se non, addirittura, censurati.
I politici avranno le loro esigenze, noi giornalisti le nostre regole, derivanti dalle scelte editoriali ben precise.
Maria Bertone
redattrice de "Il Corriere di Caserta"
La Destra attualmente a Grazzanise da chi è rappresentata? Da qualcuno che proviene dalla D.C, passato ad A.N., che ha invitato gli elettori a votare per l’UDC nel 2006 e forse prossimamente, dopo aver lanciato la fascia Tricolore simbolo della Repubblica, farà come i sindaci e candidati leghisti e si presenterà in corazza in una qualche Pontida per prestare giuramento.
Giovanni Abbate
Ma perchè pensa che a Grazzanise l’unica persona in possesso di patente di onestà sia l’attuale primo cittadino dato che già prospetta decenni di commissariamento? E in questo caso da chi sarebbe stato eletto? Forse da un popolo di mascalzoni? Penso che il popolo grazzanisano sia un popolo colto capace di pensare e di valutare, ma a certi politici di questa pseudo destra, che ha radici nel periodo più buio della nostra storia, come in quel periodo han paura del pensiero e di chi pensa e crede di gestire tutti i cittadini come delle pecore al pascolo. Come diceva una persona che ha contribuito con i suoi film e il suo teatro alla alfabetizzazione dell’Italia: Ma mi faccia il piacere!
G.A.
Il Puzzore
Sempre maleodorante fu questo colle di Ferrandelle,
e questa “piazzola” che la “munnezza” ospitea
e niente più me fa vedea.
Ma scrivendo e “forumando” interminate discussioni
di qua e di là leggo di chi offeso
dalla sacra fascia lanciata
più che della discarica dalla Provincia approvata,
tant’è che dell’amor patrio il mio cor se spaura.
E come il vento a casa fa arrivar Il Puzzore
io quest’infinito “profumar” a questo
discutere vo comparando: e vi sovvien l’eterna
speranza che ogni tanto “piovea” affinché
la dolce “fraganza” s’ ammorbidea.
Così tra quest’immensità di rifiuti
s’annega il pensier mio:
E il naufragar in questo mar
all’ospedal un giorno me fea ricoverar.
paparente