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domenica 20 agosto 2017, di redazione
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Mentre gli ultimi fuochi, in senso figurato e letterale, vanno spegnendosi (speriamo) e la vita ordinaria, il tran tran quotidiano riprende il sopravvento sulle vacanze e la loro parvenza di felicità, sull’effimera speranza di fermare il tempo e la decomposizione del corpo, sull’occupazione pseudointellettuale dell’enigmistica da ombrellone, o sulla marcia intruppata attraverso qualche sito archeologico che si, è bello, ma ci ritornerò con più calma, vale la pena di darsi a un po’ di lettura rigeneratrice.
Di materiale ve n’è in abbondanza, basta scuoterci dal torpore in cui viviamo. Anche noi ve ne proponiamo un esemplare tra i nostri Quaderni. Ancora una volta è Giambattista Bergamaschi con le sue Prose e Poesie sfiorite (in un giardino quasi zen) a bussare alla porta del nostro cervello e del nostro cuore.
Questo lavoro è composto da due parti, prose e poesie, intimamente legate. Esse si occupano, apparentemente, di oggetti diversi, tuttavia, a una lettura più attenta e meditata, ci si accorge che le liriche sono lampi istintivi che trovano nelle prose la loro definizione, il background magmatico da cui sgorgano, il chiarimento delle ‘premesse concettuali”, la delimitazione del loro “territorio ideologico”.
Come sempre l’autore ci offre delle godibili costruzioni linguistico-emozionali per cui invitiamo i lettori a scaricare e soprattutto leggere il Quaderno.
frates