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lunedì 15 ottobre 2012, di redazione
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“Il mondo è GRANDE esattamente QUANTE son le persone che profondamente amiamo (padre, madre, figli, fratelli, coniugi, “migliori amici”) e con cui condividiamo una significativa, felice porzione della nostra esistenza ed esperienza affettiva.
Man mano che ne perdiamo (a causa di decessi, abbandoni, trasferimenti, voltafaccia, delusioni, “tradimenti”, casi imponderabili della vita), il mondo sempre più “rimpicciolisce”: pur nella sua immutabile infinità, vieppiù ci appare insulso e vuoto, insostenibilmente angusto, soffocante”.
E’ quanto è andato meditando attraverso lo strumento del Koan (Buddhismo Zen) Gianni Bergamaschi nella breve ma acuta riflessione che pubblichiamo nei Quaderni e raggiungibile da qui. Delle considerazioni profonde incardinate su un solido background culturale che meritano una lettura attenta e partecipata.