La tentazione di rispondere rievocando effetti e risultati di "vecchie sagre nostrane" degli anni 80 della politica locale è forte, ma mi limito a riportare un articolo del corriere della sera del 31 agosto 2008 sulle feste della politica.
Appare chiaro che davanti ad un panino ed una birra si può liberamente cantare Bandiera Rossa o Faccetta Nera ma votare è una cosa tremendamente più seria!
L’articolo del Corriere è questo:
Il caso
Scomparse o in tono minore
In crisi le feste politiche
Il faticoso esordio della kermesse del Pd e l’evoluzione del meeting di Cl. La «sorpresa» Cortina
DAL NOSTRO INVIATO
FIRENZE — L’inviato di Le Monde è arrivato fino alla Fortezza Da Basso, ha annusato un po’ l’aria e ha sentito un acre «parfum de déprime», ovvero un profumo di depressione, commisto con il fumo delle grigliate: «Troppe salsicce e poche idee», gli ha spiegato con sintesi impeccabile un militante deluso. Le difficoltà del neonato Pd pesano molto nel faticoso esordio della Festa democratica, nonostante l’impegno degli organizzatori. Ma pesa anche una certa aria di crisi che tira sulle feste di partito in generale, kermesse identitarie di formazioni che l’identità l’hanno persa o faticano a trovarla. Non che la crisi sia nei numeri. La gente continua ad affollare gli stand e a ingollare lampredotti e costine. Ma il vecchio militante ha lasciato il posto a visitatori più interessati alla sagra che alla politica. E il rito laico della feste di partito, che ha formato generazioni di militanti, arranca. Una difficoltà che lascia spazio ad altre manifestazioni, più agili e svincolate dalle liturgie partitiche. Come Cortina InConTra, di Enrico e Iole Cisnetto, che registra un dieci per cento in più di presenze, ma soprattutto una centralità politica garantita da una formula «politico-letteraria» più originale e dal gradimento di un pubblico non «militante». Rifondazione ha perso da due anni la sua festa nazionale di Liberazione. E in Toscana, lacerata dalla guerra tra ferreriani e vendoliani, si è perfino sdoppiata. Prematuramente scomparsa anche una festa che ha fatto epoca, e non solo per le «bufale» regalate e la piscina a forma di cozza: quella mastelliana di Telese.
Sparita anche la Festa tricolore nazionale di An a Rieti, mentre a quella di Mirabello non sarà presente per la prima volta Gianfranco Fini: il 25 settembre partirà a Milano la prima festa del Pdl, ma bisognerà vedere come la tradizione popolare della destra si amalgamerà con il piglio da convention di Forza Italia. Cambia anche il meeting riminese di Cl, che continua ad avere grande successo, ma che quest’anno ha scelto di mettere ai margini la politica (anche Barroso ha barattato la sua presenza con un video messaggio). Nonostante il plauso del tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, che ha spiegato come quella sia «la vera festa dell’Unità»: «Era solo un omaggio da ospite — spiega ora — Le feste restano fondamentali per noi. Anche se devono cambiare, aggiornarsi: se ne devono fare di più, più brevi, adeguate alle nuove tecnologie». Quanto alla «depressione» di Firenze, disertata anche dal leghista Roberto Maroni: «Normale dopo una sconfitta. Comunque non c’è solo Firenze, esistono centinaia di feste sulla via Emilia». Sposetti verrà anche qui: «Certo, ma sotto scorta». Nel partito, in effetti, non tutti hanno gradito certe sue affermazioni. «Ma no, sotto scorta per evitare di parlare con i giornalisti». Non farà in tempo a godersi i Pooh e Max Pezzali, a lungo considerati simboli di un qualunquismo un po’ destrorso, e al loro esordio in questi lidi. Ma non vedrà neanche il comizio di Veltroni, abolito dal segretario in cambio di una più moderna intervista con Enrico Mentana.
Alessandro Trocino
da: il Corriere della sera del 31 agosto 2008
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