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lunedì 31 marzo 2008, di paparente
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Grazzanise è politicamente un paese “palindromo”. Lo puoi decifrare da destra verso sinistra e da sinistra verso destra ed hai il medesimo risultato: Una politica “ottusa” sempre alla ricerca di ciò che separa e non ciò che unisce, un teatrino in cui gli attori si scelgono liberamente i ruoli spesso cambiando solo l’abito o la compagnia con cui recitare. Una commedia che si trascina da anni ed anni ripetendosi copiosamente giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese con pochi sprazzi di “estrosità” che raramente confluiscono nel bene comune ma più verosimilmente in “fantozziane” vicende. Scenette continuamente riviste che stancano e sviliscono. Un paese “pirandelliano” con la testa fra le nuvole sempre illuso di poter arrivare “all’isola che non c’è”. Gli attori principali lasciano poco spazio a chi non fa parte della loro compagnia teatrale e solo raramente ruoli marginali vengono affidati a povere anime disincantate che sembrano sempre “personaggi in cerca di autore”. Nei giorni delle rappresentazioni (leggi elezioni) come d’incanto questi attori smettono di sentirsi star cinematografiche ed offrono al popolo ed al popolino la possibilità di sentirsi qualcosa di più di semplici comparse avendo cura di far leggere del copione ciò che illude nascondendo ciò che disillude. Quando vedi le locandine ( i manifesti elettorali) con l’elenco di attori, autori, registi, coreografi ecc. hai una unica parola di “DeFilippiana” memoria che ti riecheggia nella mente: FUITVENNE ! E quando la “commedia” va in scena ti assale il dubbio: D: Cristo si è veramente fermato ad Eboli? R: Non lo so, ma sicuramente al casello di Capua ha proseguito dritto!.
Paolo Parente