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Pitecopoli era in fermento. Il giorno in cui sarebbe stato scelto il capo delle scimmie si avvicinava...
martedì 7 aprile 2015, di Peppe Florio
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Pitecopoli era in fermento. Il giorno in cui sarebbe stato scelto il capo delle scimmie si avvicinava. C’erano proprio tutti: i Gorilla e i Cercopitecidi, che a loro volta si erano divisi tra Colobini e Cercopitecine, che a loro volta avevano escluso i Papionini, che a loro volta si erano divisi tra macachi, babbuini, mandrilli, e così via. Insomma, una enorme massa di fazioni, in una confusione in cui sarebbe stato difficile per chiunque capirci qualcosa. Anche perché a Pitecopoli le scimmie avevano sviluppato una dote particolare e alcuni erano davvero bravi a farlo senza farsi notare: riuscivano non solo a trasformarsi da mandrilli in babbuini o macachi, ma potevano addirittura diventare Colobini o, perché no, addirittura Gorilla.
I mandrilli accusavano i babbuini di aver sempre puntato ai propri interessi e non a quelli di tutti i Papionini; i macachi accusavano i Colobini di fare affari con i Gorilla, ma non attaccavano mai i Cercopitecine per non perdere i voti di categoria; i Gorilla attaccavano tutti, Colobini, Cercopitecine e Papionini, ma mai i babbuini, che avevano garantito loro il monopolio sulla raccolta delle banane. A poche settimane dalla scelta del capo, poi, erano iniziate le alleanze: i macachi dimenticarono la storia degli affari con i Colobini e aderirono alla causa dei Gorilla, mandrilli e babbuini si ritrovarono insieme per fare fronte comune contro macachi e gorilla.
Le altre scimmie fingevano di capirci qualcosa e ostentavano anche una sorta di vivo interesse verso queste dinamiche. Erano indecise, discutevano, litigavano: ma poi bastò qualche promessa, qualche banana e qualche cesto di frutta, per metterle tutte d’accordo.
Peppe Florio