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Addio a Padre Francesco Monticelli

domenica 7 aprile 2024, di redazione


Si è diffusa in un baleno nel pomeriggio di domenica 7 aprile 2024 la notizia della morte di Padre Francesco Monticelli che ha retto la parrocchia dell’Annunciata dal 1997 al 2020, dopo Don Salvatore Gravina e prima di Don Valerio Lucca. Se n’è andato così come era venuto, con discrezione, povero, accompagnato, crediamo, dalla gratitudine di tutta la popolazione di Grazzanise. Non aveva famiglia intorno, troppo lontana la sua Taranto, ma la sua famiglia era il popolo che lo accoglieva volentieri nelle proprie case.
Si avvicinava a tutti gli ambienti, senza remore di sorta e viveva la sua fede in modo autentico, senza fronzoli ma rispettosa dell’essenza teologica. Era un monaco e un biblista!
Ci piace ricordarlo ripresentando un articolo pubblicato in occasione del suo ritiro per motivi di salute.

Quando arrivò a Grazzanise per guidare la parrocchia dell’Annunciata dopo la morte di don Salvatore Gravina, avvenuta il 5 dicembre 1997, padre Francesco A. Monticelli rappresentò una novità dirompente. E non poteva essere altrimenti con il nome, anzi i nomi, che porta. I suoi modi di fare e di rapportarsi con gli altri, diretti e schietti, il suo rifiuto di ogni prezzario per le cerimonie religiose ma, viceversa, le sue richieste di aiuto per le iniziative che subito cominciò a mettere in campo soprattutto a favore dei giovani, i progetti, alcuni realizzati, altri no, per arricchire le strutture aggregative di cui il paese aveva ed ha estremo bisogno, e, non ultimo, l’impegno a favore delle persone disagiate, aprirono una breccia nelle abitudini cristallizzate del clero locale. Tutto ciò con l’unanime riconoscimento che non si è mai approfittato di un soldo.
Le precarie condizioni di salute degli ultimi tempi - rivelano fonti degne di fede - lo avrebbero costretto a rassegnare le dimissioni, accettate, a quanto pare, da S. E. l’Arcivescovo Mons. Visco, e si vocifera già sulla sede del suo ritiro. Il pensiero corre con incredulità a ritroso nel tempo cercando di ricordare tutto quello che la sua intensa attività ha fatto per la parrocchia e, sotto certi aspetti, per il paese.
Ci vengono in mente alcune cose tra le tante:
*L’acquisizione di un immobile con i fondi della CEI e il contributo della cittadinanza per realizzare il ‘Centro Incontri Fondazione S. Francesco’;
*la sistemazione della chiesa dell’Annunciata;
*la realizzazione dell’Oratorio nell’ex asilo infantile, annesso alla chiesa e messo a disposizione di chiunque chiedesse di utilizzarlo, gruppi, associazioni, anche partiti (attirandosi per questo diversi fulmini);
*la realizzazione dei campetti ‘S. Massimiliana’, ritrovo per piccoli e grandi con attrezzature sportive e ricreative;
*il restauro della cappella della Madonna dell’Arco;
*l’impulso dato alle attività dell’Oratorio e alle iniziative giovanili non necessariamente della parrocchia;
*impulso alla realizzazione dei presepi viventi;
*il grande impegno a favore delle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto;
*l’azione diuturna, discreta e silenziosa, a favore delle famiglie più povere.
*Un altro progetto, in un certo senso grandioso per questo paese, un ‘Progetto per crescere’, avviato ma purtroppo non giunto in porto, prevedeva la costruzione di un auditorium con annessi spazi sportivi tra cui una pista di atletica;
*Infine un risultato di grande importanza, il riavvicinamento tra le due parrocchie tra le quali correvano rapporti non del tutto idilliaci. Frutto che oggi vede il pieno sviluppo nella collaborazione tra i due parroci don Giovanni e don Valerio.
Non ci addentriamo in questioni ecclesiastiche che non sono di nostra competenza, anche se avvertiamo che ha sgrossato riti e abitudini radicate, ma dal punto di vista sociale ci sembra che, a guardare bene certe iniziative, abbia fatto per Grazzanise più questo umile monaco che la politica. E il paese dovrebbe essergliene riconoscente.
Addio, padre Francesco!

frates

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