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Qualcosa che manca nella classe politica nazionale e locale senza distinzione di colori...
domenica 30 novembre 2008, di paparente
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Libro quinto - Le leggi date dal legislatore devono essere in relazione col principio del governo
capitolo II - che cos’è la virtù nello stato politico
La virtù, in una repubblica, è cosa semplicissima: è l’amore della repubblica: è un sentimento, e non una serie di nozioni; l’ultimo cittadino dello Stato può provare, quel sentimento, come il primo. Una volta che il popolo ha buoni principi, vi si attiene più a lungo dei cosiddetti gentiluomini. E’ raro che la corruzione cominci da lui. Esso ha tratto sovente dalla mediocrità dei propri lumi un attaccamento più forte per quello che è stabilito. L’amore della patria conduce alla bontà dei costumi, la bontà dei costumi porta all’amore della patria. Quanto meno possiamo soddisfare le nostre passioni particolari, tanto più ci abbandoniamo a quelle generali. Perché i monaci amano tanto il loro ordine? Proprio per l’aspetto che glielo rende insopportabile. La regola li priva di tutte le cose su cui si fondano le passioni ordinarie: resta dunque la passione per la regola stessa che li tormenta. Quanto più è austera, cioè quanto più riduce le loro inclinazioni, tanto più dà forza a quelle che concede.
capitolo III - che cos’è l’amore della repubblica nella democrazia
L’amore della repubblica, in una democrazia, è quello della democrazia; l’amore della democrazia è quello dell’uguaglianza. L’amore della democrazia è anche l’amore della frugalità. Dovendo infatti ciascuno avervi la stessa felicità e gli stessi vantaggi, vi deve godere gli stessi piaceri e formare le stesse speranze; cosa che non si può pretendere che dalla frugalità generale. L’amore dell’uguaglianza, in una democrazia, limita l’ambizione al solo desiderio, alla sola felicità di rendere alla patria servigi più grandi che ogni altro cittadino. Non tutti possono renderle uguali servigi; tutti però ugualmente gliene devono rendere. Nascendo, si contrae verso la patria un debito immenso, che non si può mai saldare. Così le distinzioni vi nascono dal principio dell’uguaglianza anche quando questa sembra eliminata da fortunati servigi o da talenti superiori. (...)